mercoledì 27 luglio 2022

Tutto torna

 Tutto torna, Giulia Carcasi


"Vorrei aprire i barattoli di parole, vorrei che la realtà si riversasse nelle strade, randagia, e non si facesse prendere."

Diego è un professore universitario, introverso, meticoloso, razionale, lavora alla revisione di un vocabolario, insegna a Pisa e vive a Roma con la madre malata di alzheimer.
Vorrebbe racchiudere la realtà nei barattoli delle parole con cura e precisione. Ma le emozioni e i sentimenti non si può catalogarli e imbrigliarli, sfuggono all'ordine, sono caotici, prepotenti, irrazionali, illogici e nei barattoli ci stanno stretti, implodono.
Durante uno dei suoi viaggi di lavoro il treno si ferma improvvisamente in galleria al buio e lui sviene.
A riportarlo indietro sarà una voce dolce, calma, quella di Antonia che gli sussurra del mare, lo strappa al buio trasformando le ombre in onde.
Diego e Antonia.
Diego si tuffa in questa emozione nuova, senza nome, che ha il sapore di un gelato al pistacchio, di un film muto, di una giornata di pioggia.
Un amore quasi perfetto, ma a volte basta un dubbio che affiora, una menzogna a logorarlo, a incrinare la sua superficie e tutto crolla.
Eppure Diego non riesce a dimenticare, forse l'amore è più forte della trappola delle parole o forse alla fine decide la vita.
Ho sottolineato praticamente tutto il libro, molte di quelle frasi le sento mie, cucite addosso.
Uno stile diretto, incisivo, paratattico, senza fronzoli inutili, che evoca immagini nitide, che rimangono tatuate sulla pelle a lungo.
Tutto torna e tu?

***

"Mi avevano detto che tenere gli altri sulla porta è maleducazione e in questi anni sono stato maleducato.
Mi avevano detto che non concedersi è una forma d’egoismo e crederlo forse è stato meglio.
Adesso so che ogni volta che non ho chiesto a una persona “guardami per intero e sta’ attenta, quando mi fai una carezza accarezzi di me anche questa polvere, quando mi offendi, offendi di me anche questa ferita”, è stato per lasciare quella persona libera di accarezzare e offendere: non c’era altra soluzione per conservare il contatto e restare insieme.
Adesso so che nei metri quadri che non si rivelano, c’è lo spazio necessario alle manovre del dubbio e così procedono un’infinità di rapporti, se non tutti."

***

"Finché una persona non sa riusciamo a perdonarla se non capisce,
quando sa diventa imperdonabile.
Ho scoperto tardi e a mie spese che ci sono sforzi sostenibili da cui si esce migliori e sforbiciate che non ammettono riscatti.
Dà fastidio essere bravi quando la bravura è l’unica condizione di cui si è capaci.
E si impazzisce quando chi ami cambia per qualcosa che non dipende da te.
A distanza litigano e si riappacificano sulla base di come in quel preciso momento l’uno si raffigura l’altro.
Nessuno dei due avverte il bisogno di riempire il silenzio e non capisco se non abbiamo niente da dirci, se ci siamo già detti o se a nostra insaputa ci stiamo dicendo.
Se volere è come fare, perché vorrei vederti e non appari?
Forse assegno troppi compiti al destino.
Mi faccio molte domande su di te, a te invece ne faccio pochissime.
Il guaio è che più chiedo, più mi coinvolgo.
Non voglio sognare il suono della tua risata stanotte, tutto ciò che tu non sei ti allontana da me.
Non mi voglio ingannare, caccio i pensieri per accogliere te.
Voglio vederti solo quando vieni, quando vieni?
Voglio ascoltarti solo quando vieni, quando vieni?"

***

"Adesso so che non esistono cose che non vanno.
Le cose tutte, anche quelle che si tengono in pugno, vanno come devono andare.
Il problema è imparare ad aprire le mani.
Siamo stati unicamente noi a tenere le distanze o sono stati gli altri, anche e soprattutto a non entrare, a cambiare discorso per paura di finire in un pensiero più grande e senza scopo?
E’difficile coincidere con lo spazio nel quale proviamo a inserirci:
solo chi manca può riempire il vuoto che ha lasciato.
E lascio che tutto accada senza fare una mossa.
Sto esitando troppo e ogni giorno siamo più vicini, ma anche più vecchi.
C’è il rischio che quando troverò il coraggio, ti dirò di darmi un bacio e tu mi chiederai:
Cos’è un bacio?"