mercoledì 23 settembre 2020

L'uomo che metteva in ordine il mondo

 L'uomo che metteva in ordine il mondo, Fredrik Backman

"Basta un solo raggio di sole per scacciare le ombre."

Ove ha 59 anni, una passione smisurata per la Saab, occhi azzurri malinconici, un carattere impossibile.
Taciturno, burbero, scontroso, solitario, vagamente asociale, brontolone, "amaro come una medicina" a sentire i suoi vicini.
Ove crede nell'ordine, nelle regole, nella puntualità, ama i numeri e le cose pratiche, del resto un uomo si riconosce dalle cose che fa, non da quello che dice e al giorno d'oggi il mondo è pieno d'incapaci che non sanno fare nemmeno un caffè come si deve o montare pneumatici invernali. E poi quello che è giusto è giusto, punto.
Da qualche mese è rimasto vedovo e l'azienda ha deciso di mandarlo in pensione, così avrà del tempo tutto per sé, ma Ove non sa che farsene di quel tempo che scorre lento e inesorabile, della casa vuota troppo grande, stracolma di ricordi, si sente perso, smarrito, arrabbiato.
L'unico suo desiderio è raggiungere l'amata Sonja dalla risata spumeggiante come bollicine di champagne, lei era il colore in un mondo in bianco nero, era tutta la sua vita.
Il giorno e la notte, poesia e acciaio, ma si sa gli opposti si attraggono e si completano a vicenda.
Eppure nel quartiere di villette a schiera abitate da vicini rompiscatole e ficcanaso, la sua sembra un'impresa impossibile.
La nuova famiglia appena arrivata gli dà il tormento, lei grandi occhi scuri e molto incinta, lui uno spilungone imbranato con bambine vivaci al seguito.
Per non parlare di quel damerino e della sua oca ehm fidanzata con quel ridicolo cane, del vicino obeso, di quel teppistello brufoloso e del suo acerrimo nemico Rune, che ultimamente non se la passa troppo bene tanto da aver attirato l'attenzione degli uomini con la camicia bianca.
Chi sono le camicie bianche? Burocrati freddi e insensibili come robot, Ove ha lottato contro di loro per una vita intera e continuerà a far loro la guerra, se necessario.
Come se non bastassero i nuovi vicini rompiscatole a dargli il tormento è spuntato dal nulla anche un gatto spelacchiato, messo molto male, con un orecchio solo e un residuo di coda. Ove l'uomo più inflessibile del mondo, preciso, attento, meticoloso, tra un'ispezione rigorosa del quartiere e l'altra scoprirà (suo malgrado) che la vita non è poi così male.

Un romanzo ironico, brioso, tenero, che ti fa sorridere e commuovere, mi ha ricordato Piccoli suicidi tra amici di Paasilinna.
Una scrittura semplice, immediata che affronta con apparente leggerezza tematiche importanti, la solitudine che avvelena, la malattia, la disabilità, l'importanza dell'amicizia perché l'unione fa la forza e insieme nulla è impossibile.
E poi l'amore lungo una vita intera.
Mi sono piaciuti i capitoli nei quali si racconta del passato di Ove, la sua vita non facile, l'amore per quella ragazza dalle scarpe rosse e la risata cristallina, capitoli che gettano luce sul personaggio a volte in ombra.
Ove adorabilmente scontroso, un uomo buono dal cuore grande a cui tuo malgrado ti affezioni, un uomo come non ne fanno più, che combatte per quello in cui crede, preciso, affidabile, diretto, schietto, onesto, forte, coraggioso, buffo, a suo modo tenero, un uomo che non si dimentica.
Insomma Ove è Ove, se volete conoscerlo davvero leggetevi il libro, cazzarola!

***

"Ove ha cinquantanove anni. Guida una Saab. È il tipo d'uomo che indica le persone che non gli piacciono un po' come se fossero dei topi d'appartamento e il suo indice una torcia della polizia."

"Mancavano cinque minuti alle sei, la mattina in cui Ove e il gatto si sono incontrati per la prima volta. Il gatto ha pensato subito molto male di Ove. E la cosa è stata del tutto reciproca."

"Ove intuiva chiaramente che gli amici di sua moglie non si capacitavano del fatto che ogni mattina lei si svegliasse e decidesse volontariamente di trascorrere la giornata insieme a lui. Nemmeno lui se ne capacitava. Ove le aveva costruito una libreria, che lei aveva riempito di romanzi: pagine e pagine di emozioni. Ove s'intendeva di ciò che poteva vedere e toccare. Calcestruzzo e cemento. Vetro e acciaio. Attrezzi. Cose che si potevano calcolare. Capiva gli angoli retti e le istruzioni chiare, i modelli delle costruzioni e i progetti. Le cose che si potevano disegnare sulla carta. Era un uomo in bianco e nero.

E lei era il colore. Tutto il suo colore."

"Così, quando qualche sua amica le chiedeva perché lo amasse, lei rispondeva che la maggior parte degli uomini davanti a un incendio, fugge. Ove, invece, gli era corso incontro."