giovedì 19 novembre 2020

Quasi tutto velocissimo

 Quasi tutto velocissimo, Christopher Kloeble

Fred e Albert, padre e figlio, un rapporto speciale il loro, unico, indissolubile.
Albert diciannove anni vissuti in un orfanotrofio, cerca da tutta la vita sua madre ma si imbatte soltanto in indizi indecifrabili, tessere scomposte di un puzzle che non sembrano portare a nulla, briciole di Hansel come le definisce Klondi, la vicina di casa, che non ti fanno ritrovare la strada se ti sei smarrito nel buio.
Albert riflessivo e intelligente da sempre fa da padre a Fred, è lui che gli ha insegnato a nuotare, ad andare in bicicletta, a non aver paura dei temporali e non viceversa.
Albert e una vita molto complicata.
Fred alto e slanciato, uno spilungone sessantenne dagli occhi verdi, un bambino intrappolato nel corpo di un uomo adulto, Fred che ama studiare nuovi vocaboli sul dizionario, contare le macchine verdi alla fermata dell'autobus, cercare suo padre nei tubi e le crêpe con la marmellata di lamponi.
Fred l'eroe dell'autobus del 77 ama incondizionatamente Albert, un amore pulito e innocente il suo, Fred un uomo fragile e forte al tempo stesso, buffo e ingenuo, un uomo a cui restano cinque dita di vita che sembrano poche ma forse sono abbastanza.
Albert il saggio e Fred il testardo sempre insieme malgrado tutto, i loro strambi dialoghi assurdi, esilaranti, a volte esasperanti ma così essenziali, ci strappano più di un sorriso.
Albert cerca qualcosa che faccia luce sul suo nebuloso passato, una vecchia cassetta silenziosa, un baule polveroso, vecchi adesivi.
Fred e i suoi tesori custoditi gelosamente, i suoi beni più preziosi, un vecchio disegno, un barattolo di latta ammaccato, un dizionario, un bolide verde.
Un romanzo dalla scrittura diretta, avvincente e appassionante, una narrazione che alterna il presente, la storia di Albert e Fred, al passato, la voce di Julius che si perde in epoche lontane, in paesaggi fiabeschi e misteriosi, in atmosfere oscure, in ricordi lontani, dolorosi e indelebili, vecchie storie, il calore del fuoco che brucia, amori proibiti, una passione insana, un lago incantato, una brutta guerra.
I personaggi del passato e del presente vanno a comporre poco a poco quell'enigma indecifrabile, portandosi appresso vite complicate, destini oscuri, vecchi peccati, inconfessabili segreti.
Jasfe e Josfer l'origine di tutto, e poi Anni bionda e paffuta, il suo unico amore e i suoi oscuri segreti, Klondi e il suo doloroso passato, Violet giovane e intraprendente, suor Alfonsa pragmatica e indecifrabile, Julius la voce del passato che irrompe nel presente, Julius e i suoi silenzi, i tanti amori, quella disperata solitudine, il personaggio più complesso e oscuro.
Un romanzo che parla di amore intenso, brutale, disperato, impossibile, amicizia autentica, segreti, una saga familiare appassionante, un sentiero che si perde nel bosco, buio fitto e squarci improvvisi di luce intensa, che dalla seconda guerra mondiale, da un paesino dell'Alta Baviera arriva fino al presente, a un ragazzo che vuole conoscere con tutte le sue forze chi l'ha messo al mondo.
Un libro a cui non puoi fare ameno di pensare anche dopo averlo finito, che ti rimane appiccicato addosso, con immagini a volte brutali e spietate, a volte tenere e commoventi.
Cenere che volteggia nell'aria, fuoco che divora, acqua che purifica, un abito da sposa candido, amore che salva e condanna, errori imperdonabili, maternità negate, una donna che non sa essere madre o forse lo è a suo modo.
Un legame tra un padre e un figlio, improbabile, fortissimo, un legame che è tutto quello che conta davvero.
Un libro che fa sorridere e commuovere, se fosse una canzone sarebbe una di quelle di Frank Sinatra, se fosse un colore sarebbe bianco abbagliante e rosso intenso, se fosse un aggettivo sarebbe estasiante.
Un romanzo davvero estasiante.
***
"Qualche giorno dopo il desiderio si realizzò. Lo aveva seguito nel bosco e adesso stava proprio davanti a lui, a meno di cinque passi di distanza. Poi successe tutto velocissimo: lui disse qualcosa, lei disse qualcosa, lui si avvicinò, la annusò, si inebriò del suo profumo genuino, allora lei parlò, e anche lui parlò, e le sfiorò i capelli, e lei sputò fuori parole, parole e ancora parole, frasi inquietanti che lo spaventarono e in cui lei si perse, frasi che lei ammucchiò attorno a sé quasi a formare un muro, un muro di crudeltà, che lui dovette distruggere prendendola a schiaffi, e poi non riuscì più a toglierle la mano dalla guancia, quella guancia rosa, nemmeno quando lei lo schiaffeggiò a sua volta e gli lasciò la mano sulla barba, addirittura la accarezzò con un dito, l'indice, solo per un attimo, e Arkadiusz se ne accorse, se ne accorse quando si guardarono negli occhi e vide il fondo del mare, lo sentì, sulla guancia e con le dita, quando disse "Anni" e si diede la spinta, sfrecciando su, su, sempre più su, fino a spaccare la superficie, fino a riempirsi i polmoni di aria e il cuore della voce di Anni."