giovedì 24 gennaio 2019

La forma dell'acqua

La forma dell'acqua. The shape of water, Guillermo Del Toro, Daniel Kraus
"Spesso, le creature più intelligenti sono quelle che fanno meno rumore."
Acqua che rigenera e sommerge, acqua che dissolve e nasconde, acqua dagli occhi, sulla pelle assetata, acqua di fiume che rincorre il mare, limpida, tempestosa, rabbiosa, acqua d'oceano che ribolle, acqua dal cielo che penetra nelle fessure della terra riarsa, acqua salata, salvifica, fonte di vita, acqua come una danza, un lento abbraccio, corpi avvinghiati stretti tra bolle e spruzzi colorati, acqua che lava il marciume di una città intera, acqua che purifica l'anima, acqua come lacrime di pioggia, acqua che trascina e porta via lontano come un sogno.
Baltimora 1962.
Nel centro di ricerca aerospaziale di Occam una misteriosa e strana creatura catturata nel cuore dell'Amazzonia è tenuta prigioniera, incatenata in un'angusta cisterna, oggetto di studio da parte di scienziati americani. Un essere anfibio, la Risorsa, il Deus Branquia dai poteri miracolosi, una creatura tormentata e torturata brutalmente che appartiene all'acqua, ne ha bisogno per rimanere in vita.
In questo romanzo corale si intrecciano i destini dei vari personaggi, ciascuno di loro rappresenta una minoranza, una diversità, ciascuno imprigionato in un'esistenza grigia sta vivendo un momento di fragilità.
Elisa Esposito abbandonata neonata sulla foce del fiume sente di appartenere all'acqua, una ragazza muta che lavora come donna delle pulizie nel laboratorio di Occam, cresciuta in un orfanotrofio dove ha subito violenze e umiliazioni, una creatura forte e fragile al tempo stesso, che si muove a passo di danza e ama le scarpe con il tacco, colorate, brillanti, suo unico vezzo. Una ragazza invisibile, solitaria e silenziosa con quelle strane cicatrici sul collo, che sogna attraverso la musica e il cinema, per evadere dalla propria vita grigia e faticosa. Zelda la sua fidata amica, donna di colore che deve combattere per i propri diritti e una vita dignitosa, Giles pittore omosessuale dalla vita solitaria, tagliato fuori dai meccanismi spietati della società per cui lavora e dai pregiudizi, Lainie moglie del perfido Richard Strickland, una casalinga infelice stufa delle sue rassicuranti bugie, che vuole realizzarsi lavorando, ritrovando se stessa e la propria autonomia.
Richard, un soldato che la guerra di Corea prima e la missione in Amazzonia dopo hanno minato dall'interno, divorandogli l'anima, portandolo alle soglie della pazzia.
Quella giungla brulicante di pericoli e insidie, urla, sudore, violenza, caldo opprimente, richiamo del sangue, un essere umano preda dei propri istinti bestiali e disumani in cerca di un'improbabile liberazione. E infine la Risorsa, il mostro da studiare, il Deus Branquia dai poteri taumaturgici, venerato dagli indigeni locali, brutalmente catturato e imprigionato da uomini senza scrupoli. Un essere anfibio dagli occhi luminosi e lucenti, coperto di spine e squame "lisce come seta, affilate come cristalli", dalla conturbante bellezza selvaggia, con la sua pelle iridescente che si accende come un arcobaleno di colori dal viola al blu elettrico, una creatura sensibile e intelligente che prova emozioni e fa battere il cuore di Elisa, che lo sente a lei affine. L'unico essere che riesce a comunicare con lei, che la fa sentire amata per la prima volta, lei strana creatura muta ignorata da tutti, chiusa nel suo oceano di silenzio.
Ciascun personaggio lotta con coraggio e determinazione per la propria libertà, per riscattarsi da una vita ai margini, Elisa lotta per salvare il suo amore, Lainie per la propria libertà di donna, lontana da un uomo violento che non comprende e non ama più, Zelda e Giles per aiutare la loro amica, Richard contro i propri demoni che gli stanno divorando l'anima, Hoffstetler per ritrovare quel briciolo di umanità perduta molto tempo fa.
In questo romanzo viene narrata una storia d'amore che supera le diversità e le barriere, che vive di silenzi e istanti preziosi, dove le parole non hanno alcuna importanza, un amore fatto di sguardi, carezze, fisicità ed empatia, un amore tra due creature lontane che sentono di appartenersi. E poi c'è l'acqua elemento vitale, minacciosa e rassicurante, culla e salvezza, paradiso dolce contro la mediocrità e la malvagità umana.
Il confine tra umano e bestiale diventa labile e indefinito, la misteriosa creatura degli abissi ha sentimenti profondi e umani, mentre l'uomo soggiace ai propri istinti bestiali.
Una scrittura semplice, lineare, scorrevole, deturpata da refusi ed errori di stampa, che ha ispirato il celebre film vincitore del Leone d'oro alla mostra del cinema di Venezia e di quattro premi Oscar.
Un libro dove trionfa l'amore contro ogni violenza, pregiudizio, diversità, l'unica forza che ci dà linfa e coraggio per lottare per quello in cui crediamo, salvandoci dal nostro inferno privato. Una fiaba oscura dai particolari a volte raccapriccianti, dai toni cupi e sanguigni, permeata di violenza cieca, brutale ma che è anche un inno all'amore e al potere dell'amicizia. Zelda e Giles che mettono a repentaglio la propria vita per aiutare Elisa e il suo folle amore. Elisa una creatura modesta e insignificante, emarginata e invisibile nel suo abisso silenzioso eppure forte, coraggiosa, tenace che lotta contro tutto per proteggere il suo amore ed è proprio questo amore a renderla forte e a condurla in salvo.
L'amore forza salvifica e universale che va oltre le miserie umane e sfiorando l'eternità ci rende immortali.
"L'acqua non dovrebbe mai far male l'acqua non dovrebbe essere piatta l'acqua non dovrebbe essere liscia l'acqua non dovrebbe essere vuota l'acqua non dovrebbe avere una forma l'acqua non ha forma"
"Si sporge verso di lui. Verso se stessa. Non c'è differenza. Ora lo capisce. Lei lo stringe, lui la stringe, si tengono stretti, tutto è buio, tutto è luce, tutto è orrore, tutto è bellezza, tutto è dolore, tutto è sofferenza, tutto è mai, tutto è per sempre."
(Colonna sonora: Lovers Serenade, Glenn Miller)
 
 
 
 
 
 

lunedì 14 gennaio 2019

Stronger

Stronger. Il coraggio ci definisce, Jeff Bauman
Boston 15 aprile 2013.
Jeff Bauman ha soltanto ventisette anni, è un ragazzo come tanti, una ragazza che ama, conosciuta da poco, una famiglia complessa sempre presente nei momenti fondamentali, amici con cui uscire la sera a bere una birra e rilassarsi, le partite dei Red Sox, un lavoro da Costco, il sogno di finire un giorno l'università.
Una vita normale, tranquilla, una bella vita felice. Fino a quel 13 aprile 2015, il giorno della Maratona di Boston, l'evento più importante per la celebrazione del Patriots' Day, l'inizio della primavera in una città nota per il suo rigido clima invernale.
Jeff è vicino al traguardo con i suoi amici, sta aspettando la sua fidanzata per incoraggiarla e applaudirla, insieme a una folla di mezzo milione di persone. Jeff è lì quando esplode la prima bomba, nascosta in uno zaino abbandonato vicino ai suoi piedi.
Guarda per un istante negli occhi l'attentatore, occhiali da sole e cappellino da baseball bianco, freddo, lucido, spietato, determinato a uccidere.
E poi di colpo l'esplosione, quell'odore di barbecue infernale e carne bruciata, sangue, feriti a terra ed eroi silenziosi che lo portano in salvo.
Le sue foto hanno fatto il giro del mondo, diventando il simbolo di quella tragica giornata di morte e follia omicida. Bauman, il ragazzo senza gambe diventa il simbolo di una città ferita ma non annientata, che lotta e non si arrende al terrore.
In questo libro racconta la sua storia, fatta di forza, coraggio, resilienza.
Jeff vuole soltanto essere normale e tornare a camminare di nuovo, anche se le sue gambe non ci sono più.
È un libro che si legge rapidamente, scritto in modo semplice e sintetico, non c'è introspezione psicologica ma un susseguirsi di avvenimenti nudi e crudi, l'attentato, la riabilitazione, il lento ritorno alla normalità. L'autore voleva far capire quanto sia stato difficile e faticoso dal punto di vista fisico e psicologico quel ritorno alla vita, gli incubi notturni, la paura, la frustrazione, i momenti di sconforto, la dura riabilitazione.
Un libro dal messaggio fortissimo, non arrendersi, lottare sempre, riconquistare la propria normalità anche quando sembra impossibile, non permettere alla paura e all'orrore di condizionarci la vita. Bauman stronger, il simbolo di una città intera che non si arrende, una forza non da supereroe ma da uomo comune, una forza che è anche ammettere i propri limiti accettando l'aiuto degli altri senza vergogna o paura. L'aiuto essenziale della famiglia che non lo abbandona mai, della madre con cui discute e che a volte la sera beve troppo ma che è sempre lì con lui, di Erin il suo amore, la sua vera forza, la ragazza di cui ha bisogno e a cui può mostrare la propria fragilità e tristezza, che lo comprende senza bisogno di tante parole, che abbandona lavoro e famiglia per stargli vicino, di tutte le persone che lo amano e ammirano e lo fanno sentire se stesso, un uomo, non un fenomeno da baraccone da spettacolizzare o usare a scopi promozionali.
La tenacia e la forza di non arrendersi e di andare avanti perché siamo più forti della paura, del terrore, delle bombe, il coraggio di riprendersi la propria vita nonostante il dolore, i momenti bui, le sconfitte, le cicatrici del corpo e dell'anima, perché l'amore, la solidarietà, il coraggio sono più forti dell'odio.
Da questo romanzo è stato tratto il celebre film "Stronger" con Jake Gyllenhaal.
 
 "Era un bella giornata d'autunno. Le foglie erano un tripudio di colori. Baciai Erin. "Ce l'abbiamo fatta", dissi".
 
"Alla fine, qualcosa al di fuori del mio controllo non aveva funzionato, e avevo avuto bisogno dell'aiuto di Erin, ma non c'è niente di male in questo. Nessun uomo è un'isola, giusto? Chi l'ha detto, Darrelle Revis?
Ah, ah. Scherzavo. Era un poeta, giusto? Probabilmente Erin lo sa. E io non ho paura di chiederglielo, perché anche ammettere i tuoi limiti, e accettare l'aiuto degli altri, ti rende più forte."

 

 

 

 

mercoledì 9 gennaio 2019

Resta con me

Resta con me, Tami Oldham Ashcraft con Susea McGearhart
"La bellezza della vela non sta forse in questo?, pensai. Nell'avventura, nel provarci."
L'oceano immenso e maestoso che si confonde con il cielo, da esplorare veleggiando in acque turchesi verso isole da sogno, albe mozzafiato, natura rigogliosa ed eccitanti avventure.
Tami e Richard sono giovani, belli e innamorati, entrambi skipper esperti, appassionati di barche a vela si conoscono casualmente e da lì decidono di non lasciarsi più, viaggiando insieme verso le isole del vento della Polinesia Francese, le Isole Marchesi e Tahiti.
Richard ha gli occhi azzurri e limpidi come l'oceano, intensi e penetranti, per Tami è un colpo di fulmine. Tami ha lunghi capelli biondi, tanta esperienza in mare e voglia di esplorare l'ignoto.
Il 22 settembre del 1983 salpano dal porto di Papeete alla volta di San Diego.
Hanno accettato di condurre al sicuro in California l'Hazana, un moderno yacht a vela ipertecnologico e di far ritorno da lì a quattro mesi nel paradisiaco paesaggio tahitiano. Dopo appena due settimane di navigazione però si imbattono in un tremendo uragano con onde alte e spaventose, raffiche di vento fortissime, cielo scuro e fosco.
L'oceano non è più un amico sincero di cui fidarsi, ma un mostro minaccioso che divora tutto, un terribile nemico.
La barca si rovescia, Tami rimane priva di sensi per ore e quando si risveglia si ritrova sola e ferita sulla barca semidistrutta. Richard è scomparso in mare, inghiottito dai flutti.
Tami resterà completamente sola, dispersa nell'oceano per quarantuno interminabili giorni, oscillando tra nera disperazione e ricordi dei giorni felici e spensierati vissuti insieme al compagno. Ad aiutarla a non impazzire del tutto nei momenti di sconforto, quando avrebbe soltanto voglia di dormire dimenticando quel brutto incubo, ci sarà una voce interiore, che le darà la forza necessaria per andare avanti e sopravvivere. Richard le manca moltissimo ma Tami stringe i denti e non si arrende, la voce è sempre lì con lei, sicura, saggia, calma, rassicurante, la sua coscienza, Richard o un angelo?
La tentazione di lasciarsi cadere in mare è forte ma prevale l'istinto di sopravvivenza, grazie alla propria esperienza di marinaio riuscirà a portare i resti dell'Hazana nel porto di Hilo nelle isole Hawaii, finalmente in salvo.
La scrittura è semplice, lineare, scorrevole, il libro si legge rapidamente in poche ore, ci sono varie foto in bianco e nero dei protagonisti e molti termini tecnici nautici che risultano incomprensibili ai non esperti, il glossario si è rivelato molto utile.
Manca completamente un'analisi psicologica dei personaggi, gli avvenimenti sono narrati sinteticamente in sequenza in modo asettico e distaccato. Una sorta di diario di bordo che rimane in superficie senza esplorare i pensieri più profondi, l'interiorità dei suoi protagonisti.
Un romanzo che ci parla di sopravvivenza, coraggio, forza interiore e resilienza.
E anche di amore, per il mare, per la natura lussureggiante e incantevole e per un uomo, Richard, vittima di un destino crudele. Questo libro racconta una storia vera, quella vissuta da Tami Oldham, dispersa a soli 24 anni nell'Oceano Pacifico, sopravvissuta grazie alla propria tenacia, determinazione e straordinario coraggio, una donna che non ha mai smesso di amare l'oceano e quell'uomo dagli occhi azzurri e limpidi, il cui spirito libero è ancora lì tra le onde.

 

 


giovedì 3 gennaio 2019

Due occhi azzurri

Due occhi azzurri, Thomas Hardy
Scogliere a picco sul mare dove onde ribelli si infrangono tra le rocce, sentieri che si perdono lontano tra boschi e rugiada, nuvole che attraversano rapide il cielo, ora limpido ora minaccioso. In questo scenario ameno dove la natura rigogliosa fa da sfondo alle vicende umane e dove l'ombra rincorre incessantemente la luce, si muovono i protagonisti di questo romanzo.
Elfride Swancourt ragazza bellissima, impulsiva e ingenua, con i suoi luminosi occhi azzurri come il cielo e i lunghi capelli castano chiaro, incanta e affascina il giovane architetto Stephen Smith, appena arrivato da Londra per dei lavori di ristrutturazione nella vecchia chiesa di cui il padre di Elfride è parroco. Un ragazzo di bell'aspetto, intelligente e onesto. Una sera d'inverno di vento impetuoso e cuori in tempesta. Quegli occhi intensi ed espressivi lo folgorano ed è subito amore tra i due. Elfride ha sempre vissuto una vita ritirata in quei luoghi solitari e isolati, non ha alcuna esperienza del mondo, quel giovane venuto da lontano le fa battere il cuore. Ma le umili origini del ragazzo saranno un ostacolo al loro sogno d'amore. Partito per l'India in cerca di fortuna rimane in contatto epistolare con la bella e incantevole ragazza, certo del suo amore e della sua fedeltà.
Ma Elfride è giovane, volubile e istintiva e presto un altro uomo farà breccia nel suo cuore, un uomo maturo, un saggista colto e preparato, che con la sua vasta cultura farà vacillare le fragili certezze del suo piccolo cuore. Henry Knight conosce il mondo, è un critico letterario pungente, ha una morale rigida e severa, siamo in età vittoriana del resto, la sua mente ha esplorato a lungo gli abissi del sapere, ma è inesperto e acerbo nelle questioni d'amore.
Si innamora della ragazza, rimanendo ammaliato dalla sua freschezza, innocenza, spontaneità e ingenuità. Tra accese partite a scacchi e passeggiate tra ruscelli e scogliere selvagge ben presto i loro destini sembrano unirsi. Ma un'oscura presenza riemersa da un passato lontano minaccia l'idillio.
Nel suo terzo romanzo ambientato nel Wessex, terra di sogno e mistero, tra scenari naturali dipinti come soltanto un abile pittore saprebbe fare, Hardy mette in scena i turbamenti del cuore sconvolto dalla passione amorosa e dalla gelosia, mentre un destino imperturbabile e oscuro, nuvola nera all'orizzonte, fa tremare le fragili esistenze dei suoi personaggi, pedine in balia del caso.
Elfride una ragazza dalla mente libera e indipendente, una creatura che segue gli impulsi del cuore e sogna di essere amata appassionatamente subisce le rigide regole dell'età vittoriana, una morale angusta e asfittica che soffoca e opprime con il suo perbenismo l'indole di una giovane donna che vorrebbe soltanto essere libera di amare, esile foglia perduta nel vento e nei sussulti convulsi del cuore.
"Una cosa in lei, però, l'avreste notata: i suoi occhi. Essi accoglievano la sublimazione di tutto il suo essere, non era più necessario volgere lo sguardo altrove: lì, ella viveva.
Quegli occhi erano azzurri. Azzurri come la distanza autunnale, come l'azzurro che si vede tra i profili sfuggenti delle colline e dei pendii boscosi che si perdono nella lontananza di un'assolata mattina di settembre. Un azzurro nebbioso e ombroso, senza principio né superficie, da scrutare in profondità e non, semplicemente, da guardare".