giovedì 27 febbraio 2020

Il cuore vero

Il cuore vero, Sylvia Townsend Warner
Una rivisitazione in chiave moderna della celebre storia di Amore e Psiche di Apuleio, sullo sfondo la Londra dell'età vittoriana e i suoi dintorni rurali, cieli stellati e immensi, campi coltivati, boschi e paludi, una natura che riflette il lento susseguirsi delle stagioni e parla al cuore dei protagonisti.
Un romanzo dalla scrittura poetica, lirica, evocativa, onirica, con punte di squisita ironia e splendide descrizioni di paesaggi naturali.
Sukey Bond, capelli e occhi scuri come una cornacchia, è soltanto una povera orfana mandata a servizio in una fattoria dell'Essex, immersa nelle paludi e nella nebbia, un terreno sottratto al mare, un'isola, un paesaggio onirico e fiabesco, irreale e magico, come quello dei sogni.
Qui la ragazza si innamorerà follemente di un ragazzo gentile e tenero, bello come un dio, capelli color del miele, lineamenti delicati, fragile ed etereo, dallo sguardo candido e ingenuo, considerato da tutti un idiota, ripudiato dalla sua stessa famiglia.
Eppure Eric ha una spiccata sensibilità, ama la natura, le creature indifese e fragili e la sua Sukey, questa ragazza dal cuore semplice e innocente.
Un amore puro fatto di silenzi, sorrisi, sguardi, baci lievi, tenerezza e candore.
A causa di uno spiacevole incidente i due giovani che appartengono a mondi opposti, lui è un gentiluomo, lei un'umile serva, saranno separati, e Sukey dovrà lottare con tutte le sue forze per ritrovare e salvare il suo amore.
Una ragazza forte, coraggiosa e determinata pronta a superare le prove più difficili per il suo Eric.
Sola e vagabonda per i campi, persa nella notte gelida riuscirà a cavarsela attraverso incontri fortuiti e provvidenziali.
Un fienile caldo in cui dormire, un inaspettato e prezioso regalo, una tazza di tè bollente.
Il vagabondo incontrato nella notte, la venditrice di mele, l'irriverente Mrs Oxey e perfino la regina d'Inghilterra l'aiuteranno a coronare il suo sogno d'amore.
Un'eroina indomita e coraggiosa, indipendente e libera che sa quello che vuole dalla vita, pronta a lottare contro il mondo intero per il suo amore.
Un libro che ha il sapore di una fiaba, di quelle che ascoltavamo rapite da bambine prima di dormire, che a suo modo ci parla di amore, amicizia, sfide, ostacoli da superare, della natura immensa, di rovi spinosi e fiori inebrianti, della vita stessa, della forza più potente che ci sia al mondo, capace di superare barriere, pregiudizi, ostacoli, egoismi e miserie umane, l'amore puro e profondo che arriva dritto al cuore, il cuore vero.

***
"Perché mai avrebbe dovuto pentirsi di essere uscita da sola con lui nella palude? La palude era tanto crudele e malvagia da poter rendere crudele e malvagio anche lui? La palude, che aveva perduto il mare, odiava a tal punto gli innamorati da poter rovinare in qualche modo il loro amore?"
"Non aver paura" le disse. "Non aver paura, Sukey."
Le prese una mano e gliela accarezzò, poi se la mise sotto la giacca come fosse qualcosa che andava protetto, un uccellino, forse, caduto dal nido in un giorno di freddo vento primaverile.
Sukey lo fissò stupita. Non capiva cosa stesse succedendo; capiva solo la grande ansia di lui di confortarla, di rassicurarla. Eric la prese tra le braccia e la strinse a sé, dandole delle piccole pacche sulla spalla e baciandola come se stesse consolando un bambino.
(...) Sukey sentì le lacrime salirle agli occhi: non avrebbe mai nemmeno sognato che qualcuno potesse essere così gentile con lei. In tutta la sua vita nessuno l'aveva baciata in quel modo, né le aveva parlato con tanta tenerezza. Gli prese la mano e vi posò sopra la guancia.
Aveva dimenticato tutto salvo quel nuovo piacere di essere amata. Con un sospiro lo trasse a sedere accanto a sé, e offrì la bocca ai suoi baci. Sopra il viso di Eric, che le appariva confuso e strano per la prossimità, e l'acceso luccicore dei suoi occhi, Sukey vide un motivo di foglie ovali; e fu come se una dolce rete scendesse su di lei a racchiuderla."
"Avevano camminato sotto i cieli al tramonto, approfittando al massimo del sole morente, e seduti l'uno accanto all'altro si erano stretti addosso il crepuscolo come un mantello."
"Ti rivedrò mai, Sukey, Sukey Bond? Forse quando fosse stata vecchia, seduta al sole o china fra i suoi cespugli di lamponi e uva spina, Sukey Bond sarebbe tornata, l'ultima, la più vera, la più pietosa dei suoi figli, ignara del tempo trascorso, con i vestiti fuori moda e l'immacolata giovinezza, per offrirle, assorta, quelle offuscate gioie, quegli offuscati dolori, e sogni e ansie, come una ghirlanda di fiori fantasma scoloriti dagli anni in un turbinio di atomi, che solo fra le sue mani e sotto il suo sguardo leale conservavano i loro vividi colori. Sarebbe venuta dalla palude, sarebbe venuta dal frutteto, sentendosi le labbra ancora strane per il peso dei primi baci. Sarebbe arrivata da un prato dove sotto la neve piangente aveva teso le braccia verso il dolore di un lupo, e dal salotto di Mrs Oxey con una sottogonna di seta blu, e dal palazzo della Regina con una Bibbia; "Io amo" avrebbe detto.
Io amo. Le vergini, e solo loro, possono esprimersi con tanta audacia, proclamando un sentimento di cui sono ancora padrone, qualcosa di intenso chiuso nel suo stesso fuoco, uno stupore inviolato."



martedì 11 febbraio 2020

Il lettore

Il lettore, Bernhard Schlink
"Leggimelo a voce alta!
Tu hai una voce così bella, ragazzino, preferisco ascoltare te che leggere da sola."
Michael e Hanna, sullo sfondo la Germania fine anni Cinquanta che cerca di lasciarsi alle spalle il suo tremendo passato.
Un ragazzino quindicenne e una donna adulta.
Uno studente convalescente e una bigliettaia del tram, una donna forte, decisa, volitiva. Capelli biondo cenere, fronte alta, occhi azzurri, viso spigoloso, bella e altera.
Un incontro casuale, uno sguardo rubato e da lì passione improvvisa, bruciante, dirompente.
Il ragazzino insicuro e riflessivo, la donna fiera e seducente.
Una stanza con una grande cucina e una vasca.
Fare il bagno insieme, esplorare i propri corpi, fare l'amore.
E prima di tutto questo la lettura. Un rituale d'amore.
Hanna ha una singolare richiesta, vuole che quel ragazzino studioso e perbene le legga ad alta voce i capolavori della letteratura, l'Odissea, Guerra e pace, Cechov e tanti altri.
E lui il ragazzino obbedisce. Prima la lettura ad alta voce, poi l'amore.
Leggere ad alta voce significa conoscersi e riconoscersi, un dialogo intimo confidenziale, un mondo nuovo per Hanna assetata di conoscenza.
Michael la desidera intensamente, teme l'abbandono e per questo spesso si umilia, si scusa, si prende colpe che non ha.
Hanna così fiera e decisa, sicura ed enigmatica, indecifrabile e misteriosa.
Racconta poco di sé e del suo passato, a volte ha lampi improvvisi di collera.
Hanna bella e seducente mentre si infila le calze in cucina, Hanna che lo avvolge in un morbido asciugamano bianco dopo il bagno, Hanna dal corpo profumato e pulito, il suo buon odore, Hanna che accarezza con un dito il dorso dei libri, che danza davanti allo specchio, che sorride, misteriosa ed enigmatica, Hanna dalle forme sinuose, dal corpo muscoloso e sodo, la pelle liscia e morbida, Hanna fredda e dura, che brandisce una cintura di cuoio, Hanna e i suoi improvvisi slanci di tenerezza.
E lui il ragazzino terrorizzato di perderla, che cela quell'amore segreto e colpevole, intenso e inebriante.
Non ne parla in famiglia o con gli amici di quell'amore appassionante e oscuro che è come un frutto proibito.
Il ragazzino che si umilia pur di non perderla, il ragazzino che la tradisce e la rinnega, che si sente colpevole per questo.
E poi un giorno la donna sparisce all'improvviso, lasciando dietro di sé il vuoto, la perdita, l'assenza lacerante e troppe domande irrisolte.
Passano gli anni il ragazzino cresce, diventa un uomo.
La vita è spesso strana e imprevedibile, segue percorsi tortuosi, molto tempo dopo Michael ritroverà la sua Hanna in tribunale, imputata con altre donne in un processo per crimini nazisti, sorvegliante in un lager nei pressi di Cracovia.
Hanna tesa, altera, che cerca di difendersi, che ammette le sue colpe, Hanna fredda colpevole.
Michael è stordito, anestetizzato, non prova nulla, non sente nulla.
Hanna e la sue terribile colpa, il suo inconfessabile segreto.
Hanna la guardiana dell'orrore, quel passato oscuro e vergognoso con cui la Germania deve fare i conti, quel passato ingombrante che non si può dimenticare, i lager, lo sterminio, l'Olocausto.
Una generazione smarrita e confusa che condanna le colpe dei padri, le connivenze colpevoli, quanti avrebbero potuto opporsi all'orrore e non l'hanno fatto.
Hanna carnefice efferata, colpevole.
E quell'amore di tanti prima, incosciente, inconsapevole, proibito, malato, macchiato dall'orrore.
Hanna sarà condannata per le sue terribili colpe, Michael dovrà fare i conti con l'orrore del presente e del passato, i ricordi che fanno male e non gli danno tregua, il tempo che scorre inesorabile e di nuovo la lettura ad alta voce a placare quelle notti insonni che lo tormentano.
Cassette registrate e inviate in prigione, classici, poesie, racconti, le letture ad alta voce diventano un ponte sull'abisso, un dialogo mai interrotto, una debole luce nel buio.
Attraverso queste letture Hanna impara a leggere, superando la vergogna, il suo inconfessabile segreto.
Dopo molti anni si ritroveranno ancora una volta l'uno di fronte all'altro, una donna ormai anziana e un uomo adulto.
Hanna e le sue rughe, il corpo appesantito, stanca, abitata dai fantasmi del passato, quei morti impossibili da scacciare, tra desiderio di espiazione e improbabile redenzione.
Michael e le mille domande inespresse che lo tormentano, tra nostalgia e desiderio, senso di colpa e rimpianto.
Hanna una vecchia signora dalla voce giovane e Michael per sempre il suo ragazzino.
Un romanzo dallo stile conciso, essenziale, senza fronzoli che racconta una storia d'amore crudele e impossibile, un libro che si pone domande scomode e fa riflettere su quel passato terribile, incancellabile, indimenticabile.

***
Rise sprezzante."No, non parlo di ordini e di obbedienza.
Il boia non esegue nessun ordine. Fa il suo lavoro, non odia coloro che giustizia, non si vendica di loro, non toglie loro la vita perché gli stanno antipatici o lo minacciano o lo aggrediscono. Gli sono del tutto indifferenti. Gli sono così indifferenti che potrebbe ucciderli tanto quanto non ucciderli."
Mi guardò. "Nessun ma? Avanti, dica che un essere umano non può essere così indifferente a un altro. Non lo ha imparato? Solidarietà con tutto ciò che ha sembianze umane? Dignità degli esseri umani? Rispetto per la vita?"
Ero indignato e inerme.
"Come poteva essermi di conforto il fatto che la mia sofferenza per l'amore di Hanna era in un certo senso il destino della mia generazione, il destino tedesco, al quale potevo sottrarmi solamente in malo modo, che potevo solo dissimulare peggio degli altri? Tuttavia all'epoca sentirmi parte della mia generazione mi avrebbe giovato."
"All'epoca rilessi l'Odissea, che avevo studiato a scuola e mi era rimasta in mente come la storia di un ritorno. In realtà non lo è. Come potevano i greci, i quali sapevano che non ci si bagna due volte nello stesso fiume, credere in un ritorno? Ulisse non torna a casa per restarvi, ma per mettersi nuovamente in viaggio.
L'Odissea è la storia di un movimento, al tempo stesso con una meta e senza una meta, efficace e vano. La storia del diritto è forse qualcosa di diverso?"
"Avevo sempre la sensazione che nessuno mi capisse, che nessuno sapesse chi ero e che cosa mi aveva condotta qui. E sai, se nessuno ti capisce, allora nessuno può chiederti conto di nulla. Nemmeno la corte ha potuto farlo. Solo i morti possono. Loro capiscono. Per questo non c'era bisogno che fossero lì, al processo, ma se vi fossero stati, lo avrebbero capito molto bene. Qui in prigione hanno passato molto tempo con me. Venivano ogni notte, che lo volessi o no. Prima del processo, quando volevano venire, riuscivo a scacciarli."



domenica 2 febbraio 2020

Ho paura torero

Ho paura torero, Pedro Lemebel
"Ho paura torero
ho paura che verso sera
il tuo sorriso svanisca."
Lei è la fata dell'angolo dalle mani marimbe, travestito appassionato ed esuberante, cuce tovaglie e lenzuola per le signore ricche dei quartieri alti, canta motivetti nostalgici e sentimentali.
Lui è un giovane studente rivoluzionario, legato al Fronte patriottico Manuel Rodríguez, che sogna di liberare il paese dalla notte buia e opprimente della feroce dittatura di Pinochet.
Lui è giovane e bello, lei vecchia e sdentata.
Lui ha attraenti occhi magnetici dalla sfumature violacee, lei è un'uccellina ossigenata un po' spelacchiata, "lo sgorbio artritico del disamore."
Un ragazzo incrociato per caso all'emporio, uno studente universitario che le affida dei libri da custodire nella sua macilenta casa dell'angolo, decorata da nastri, cuscini e ricami, una piccola bomboniera, una piccionaia d'altri tempi.
Batte il piccole grande cuore della fata per questo amore impossibile e fugace, al ritmo di una nostalgica canzone.
E poi risate, racconti, silenzi, un folle compleanno cubano, un picnic sull'erba, un enorme cappello giallo, abbracci, carezze, sguardi, parole sussurrate, una guancia ispida e una bocca da colibrì.
La fata ignorante e il giovane rivoluzionario, una storia malinconica, onirica, intensa, ironica, coraggiosa, impossibile.
A fare da contraltare alla fata e al suo impossibile amore, c'è un'altra coppia ritratta con arguto sarcasmo, il dittatore Pinochet oppresso dalla moglie petulante e logorroica, tormentato da oscuri incubi di morte.
Una scrittura pirotecnica, multicolore, barocca, vitale e travolgente come una danza folle, un ritmo appassionato.
Una satira ironica e pungente della dittatura, un lucido ritratto delle lunghe notti cilene, dei pattugliamenti, dei lacrimogeni, dei black out, delle cariche della polizia, delle candele accese nel buio, delle madri che urlano e chiedono giustizia per i propri figli desaparecidos inghiottiti dalla notte infinita dei coyote ululanti, dei rivoluzionari che lottano per la libertà.
Ma anche una melodia d'altri tempi, dolce e romantica, un amore impossibile, appassionato e libero, una poesia profonda ed emozionante.
Un romanzo imperdibile dalla prosa straordinaria, ironica, commovente, sognante, che con un tono apparentemente lieve ci accompagna nei meandri bui dell'orrore della dittatura spietata che ha insanguinato il Cile per anni e ci racconta di un amore che sboccia inaspettato sull'abisso, un fiore selvatico sul ciglio di strade polverose.
***
"Come scorrere una garza sul passato, una tenda bruciacchiata che sventola alla finestra aperta di quella casa nella primavera dell'86. Un anno marchiato a fuoco dai copertoni fumanti per le strade di Santiago, schiacciata dal pattugliamento. Una Santiago che si svegliava al suono delle pentole sbattute nei cortei, ai lampi dei black out, per i cavi elettrici scoperti, esposti alle catene, alle scintille. Poi il buio pesto, le luci di un camion blindato, i Fermo lì stronzo, gli spari e le corse a perdifiato, come nacchere di metallo che frantumavano le notti di feltro. Quelle notti funeree, trafitte dalle grida, dall'incessante "Cadrà", e da tanti, tanti comunicati dell'ultimo minuto, sussurrati dall'onda sonora del "Diario de Cooperativa."
Poi c'era la casetta macilenta, un angolo di tre piani con una scala vertebrale che portava in soffitta. Da lì si poteva vedere la città in penombra, coronata da un velo torbido di polvere. Era una piccionaia, una ringhiera per stendere le lenzuola, le tovaglie e le mutande inalberate dalle mani marimbe della Fata dell'angolo. Nelle sue mattine di finestre spalancate, cantava "Ho paura torero, ho paura che stasera il tuo sorriso svanisca."
"Siete facile da corrompere? chiese Carlos continuando il suo romantico interrogatorio. Facile e difficile come tagliare una rosa senza pungersi con le spine. E se uso i guanti? La rosa vi prenderebbe per il giardiniere e morirebbe senza conoscere l'emozione di stare nelle vostre mani".
"Come si guarda qualcosa che non si rivedrà mai più? Come si fa a dimenticare quello che non si è mai posseduto? Così, semplicemente".
"Non si tratta di delusione, caro amico. Si tratta solo di capire che una fata folle d'amore sarà sempre disposta a farsi ingannare e usare. E lasciò che la sua voce scendesse lungo una scala di parole, e all'ultimo scalino il suo discorso si spezzò tremante. Quando si gioca all'amore, c'è sempre il rischio di sbagliarsi, continuò a recitare come una sonnambula, soprattutto quando ci sono persone che non sanno giocare".
***
"Lemebel è il più grande poeta della mia generazione. Lemebel non ha bisogno di scrivere poesie per essere il migliore poeta della mia generazione. Nessuno arriva in profondità quanto Lemebel. E se tutto questo ancora non bastasse, Lemebel è coraggioso, ovvero sa aprire gli occhi nel buio, su quei territori nei quali nessuno ha il coraggio di entrare. Volete sapere come ho capito tutto questo ? È facile. Leggendo i suoi libri."

(Roberto Bolaño)



Il gruppo

Il gruppo, Mary McCarthy
Otto ragazze intraprendenti e brillanti, otto amiche inseparabili neolaureate nella prestigiosa università di Vassar classe 1933, decise a non seguire le orme delle proprie madri ma desiderose di realizzarsi professionalmente, lavorando nei settori più variegati editoria, medicina, insegnamento, veterinaria, che amano viaggiare, sognano l'indipendenza ma anche l'amore.
Siamo nella multiforme New York anni 30, ragazze agiate, provenienti da ottime famiglie, alle prese con problemi lavorativi, crisi economica, questioni di cuore, aperitivi alcolici, prime volte, tradimenti, gioie, infelicità, problemi coniugali, delusioni, sogni infranti, fallimenti, tra ironia e disincanto, dissacrante umorismo e malinconia.
Una scrittura ironica, vivace "con increspature di umorismo come tende alle finestre", ricca di dettagli, descrizioni minuziose, dialoghi fulminei, che attraverso le voci frizzanti e libere delle protagoniste affronta tematiche innovative per l'epoca, contraccezione, sessualità, allattamento, tradimento, divorzio, attivismo politico.
Sullo sfondo l'America di Roosevelt e del New Deal.
Sono belle, intelligenti, dinamiche, affrontano la vita adulta e le prime cocenti delusioni e poi gli uomini croce e delizia, indecisi, apatici, deboli, impulsivi, irrisolti, troppo spesso attaccati alla bottiglia.
Kay vitale ed energica, la prima del gruppo a sposarsi con un attore, eccentrica, anticonformista. La dolce Polly bionda e diafana, Helena originale e colta, Libby talentuosa scrittrice, l'amorevole Priss, la tenera Dottie, l'algida e bellissima Lakey, Pokey sbadata, ricchissima, pilota provetta.
Un affresco variegato dell'universo femminile di quegli anni a metà strada tra satira e dramma, una lettura piacevole e coinvolgente dal retrogusto amaro e malinconico, un lucido e vivido ritratto del mondo di queste fantastiche ragazze, che dovranno fare i conti con la vita terribilmente reale, i sogni infranti e il cuore spezzato.
Mi ha ricordato un altro romanzo letto tempo fa "Il meglio della vita" di Rona Jaffe (1958), stessa ambientazione, stessa atmosfera, ragazze fragili, inquiete, coraggiose e libere, pronte ad affrontare il meglio e il peggio della vita tra sorrisi e lacrime, fallimenti e delusioni, con sarcasmo, umorismo, vivacità, intelligenza e ingenuo ottimismo.
***
"Kay non ha paura della vita, Anders" era così che chiamava il padre. "Tu e la mamma e io ce l'abbiamo, ce l'abbiamo un po' tutti. Sappiamo che la vita ci può ferire. Kay non lo ha mai scoperto. È per questo che ho deciso di sposarla (...)
"Ma non pensa, Mr Schneider, che l'amore dovrebbe arrivare di sorpresa?" La profonda fossetta nel suo mento si increspò.
"Sa com'è nei gialli. L'assassino è il meno sospettabile, la persona che mai avresti pensato. È così che mi sento rispetto all'amore. "L'uomo giusto" per me non sarà mai l'uomo in più invitato apposta per me. Sarà la persona che la padrona di casa non avrebbe mai scelto in vita sua. Se arriverà".
Mr Schneider sembrò triste.
"Tu vuoi dire", disse annuendo, "che ti innamorerai di un uomo sposato. Tutti gli altri sono facilmente sospettabili."