giovedì 12 maggio 2016

Le correzioni

Le correzioni, Franzen

"Il fascino dell’impossibile, la sicurezza delle cose senza futuro".

Dimenticate Purity perché questo libro è tutta un'altra storia, vera, reale, dolorosa, di quelle che fanno male, da leggere tutta d'un fiato fino all'alba. Quest'uomo sa scrivere divinamente bene, quest'uomo arriva dove nessuno mai, riaprendo vecchie ferite, svegliando ricordi sepolti chissà dove, quest'uomo è uno Scrittore perfidamente geniale nel mettere a nudo le contraddizioni, le nevrosi, le crepe che si aprono nel nucleo familiare, nella coppia, nell'amore e diventano poi voragini. I Lambert, una famiglia del Midwest. Una famiglia piena di fratture e ferite, sepolte sotto strati di polvere e tempo. Ancora una volta al centro della narrazione la famiglia, questa gigantesca amata odiata trappola generatrice di insoddisfazioni e piccole grandi ossessioni. Alfred, ingegnere ferroviario in pensione dedito al lavoro e al dovere, rigido, testardo e inflessibile, ora un anziano confuso, malato di Parkinson e bisognoso di tutto. Enid una moglie e una madre che deve correggere ogni cosa perché lei ha ragione e gli altri torto, Enid che "doveva dirgli tutto questo, anche se lui non la ascoltava , doveva dirglielo", a qualunque costo, Enid così sola e desiderosa d'amore. E poi i figli intrappolati in gabbie senza uscita, Gary affermato professionista, una bella e ricca famiglia e una depressione latente, Chip insegnante problematico licenziato per comportamento scorretto, Denise chef stimata con una vita sentimentale incasinata. Tutti cercano di correggere fino alla fine qualche aspetto della propria vita, che sia un comportamento, un pensiero, un matrimonio, una sceneggiatura, la correzione come insopprimibile esigenza vitale, intramontabile speranza.
Non li ho trovati "odiosi" questi personaggi ma umani, deboli, fragili, a volte teneramente insopportabili, un po' codardi, spaventati dalla malattia, dalle responsabilità, da genitori che tornano bambini. Ho amato Chip e le sue lacrime, quando finalmente ritrova se stesso e le proprie radici, ho odiato Gary e il suo freddo e calcolato menefreghismo, cinico quasi fosse un automa. Come non pensare ai parenti serpenti di Monicelli di fronte ad alcuni fulminanti dialoghi? Mi è piaciuto molto il terzo capitolo "in mare", le disavventure tragicomiche di una coppia di anziani in crociera autunnale tra insonnia e deliri notturni. Ho pianto sul finale del libro toccante e amaro, che ci lascia attoniti e impotenti, quel finale fa male, molto male. Credo che il valore di Franzen sia racchiuso tutto in questo libro, una scrittura impeccabile, personaggi vivi, descrizioni perfette, una analisi psicologica profonda e attenta. I Lambert, una famiglia come tante, normale e problematica, uguale e diversa, una famiglia che a suo modo ama, odia, sopravvive  nutrendosi di questo amore che salva e avvelena.
I Lambert siamo noi.

"Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia(...) Le tre del pomeriggio erano un'ora pericolosa nei sobborghi gerontocratici di St.Jude".

"Nel complesso aveva torto su così tante cose che Enid non mancò mai di andarlo a trovare. Doveva dirgli, finchè era in tempo, quanto lui avesse avuto torto e quanto lei avesse avuto ragione.
Aveva avuto torto a non amarla di più, torto a non coccolarla e a non fare sesso con lei in ogni occasione, torto a non fidarsi del suo intuito finanziario, torto a trascorrere così tanto tempo a lavoro e così poco con i figli, torto a essere così negativo e pessimista, torto a fuggire dalla vita, torto ad aver continuato a dire no invece che sì: doveva dirgli tutto questo, ogni giorno. Anche se lui non la ascoltava doveva dirglielo."