venerdì 9 ottobre 2020

Aspettando Bojangles

     Aspettando Bojangles, Olivier Bourdeaut

"Alcuni non impazziscono mai... la loro vita dev'essere parecchio noiosa."
Questo libro è una canzone allegra e triste allo stesso tempo, è la voce calda di Nina Simone, parole che si perdono nel vento sulle note di un pianoforte malinconico. È Mr Bojangles con le scarpe rovinate, i capelli argentei e la camicia strappata che balla in bar malfamati e beve e ride per dimenticare il suo dolore.
Ironico, brillante, divertente, folle, malinconico, mi ha fatto sorridere e commuovere. Non è facile raccontare questo romanzo, descriverlo, di cosa parla?
Parla d'amore, un amore folle, un amore pazzo, bello, tenero, allegro e disperato. L'unico amore possibile.
Un colpo di fulmine tra la ragazza con le piume tra i capelli, un leggero abito bianco e un cocktail in mano, ridenti occhi verdi, accesi e vivi e un signore distinto pettinato come un cavaliere prussiano, dagli occhi azzurri profondi e un po' sporgenti, la pipa in bocca e una sfrenata fantasia.
Colpo di fulmine, fuga romantica e una vita vissuta a passo di danza sulle note di Mr. Bojangles di Nina Simone, l'unica canzone degna di essere suonata dal giradischi in salotto dalla puntina di diamante.
Un ballo folle, festoso, un volo fino a toccare le stelle lassù in cielo.
Lei che ha tanti nomi per ogni giorno dell'anno ama ballare fino a notte fonda, volteggiando tra le braccia del suo amato, ama le feste rumorose con gli amici, gli abiti stravaganti, la musica ad alto volume e colorati cocktail con ombrellino e olive.
Lui che di nome ne ha uno solo, ex cacciatore di mosche con arpione, apritore di garage si dedica con passione alla scrittura. Ama danzare, inventare strampalate storie della buonanotte e ballare di giorno e di notte con la sua bella moglie, sognando per lei una vita felice e spensierata lontana dalle angosce del mondo.
Una casa grande, festosa, tanti ospiti, un unico vero amico di professione senatore, lo Sconcio, appassionato di Caipiroska e belle donne e una gru con collare di perle e sguardo fiammeggiante che si aggira fiera e indomita nel vasto appartamento lanciando urla stridule.
Feste e deliri notturni alcolici, un favoloso castello spagnolo dove andare ad abbronzarsi, un bambino che ascolta i discorsi degli adulti, gioca a scacchi sul pavimento di casa, fa anelli di fumo con la sigaretta e gareggia con lo Sconcio.
Questo romanzo è raccontato a due voci, quella innocente e scanzonata del bambino, che ha imparato a gestire la sua doppia vita, a mentire a dritto e a rovescio, fingendo scialba normalità a scuola, vivendo avventure straordinarie con i suoi genitori a casa e quella adulta, appassionata e malinconica del padre, attraverso il suo diario, i suoi scritti.
E poi c'è lei, la donna dai mille nomi, che dà del voi a tutti e del tu alle stelle, bella, affascinante, vivace, esuberante, ironica, allegra e triste, ridente e infelice come la sua canzone preferita.
La vita di una famiglia, l'amore assoluto che li lega, una sorta di fiaba moderna dove a un certo punto irrompe la malattia, ma non per questo ci si arrende, si va avanti, a costo di raccontarsi bellissime bugie, a costo di fuggire via lontano da tutto e tutti.
Un tono lieve, ironico pervade la narrazione, anche quando il sorriso cede il posto alle lacrime.
Lieve come un alito di vento, una nota dissonante che si perde nell'aria.
Questo romanzo racconta l'amore che vola oltre la mediocrità, la banalità quotidiana, le brutture del mondo, oltre quello che fa male e danza fino a toccare le stelle, un ballo folle, vorticoso, libero, sulle note di quella struggente e indimenticabile canzone.
Noi lettori rimaniamo a terra con il naso all'insù e gli occhi lucidi.
Mister Bojangles balla per noi per favore, ancora una volta.
***
La domenica pomeriggio per smaltire gli eccessi della settimana, si allenava coi pesi. A torso nudo, la pipa in bocca, si piazzava di fronte al grande specchio con la cornice dorata e sollevava manubri minuscoli ascoltando musica jazz. Aveva dato persino un nome a quell'attività: "ginnic tonic." Perché di tanto in tanto si fermava per qualche sorso di gin tonic...
Il salotto era davvero strano. C'erano due poltroncine basse rosso sangue, perché i miei genitori potessero bere comodamente, un tavolo di vetro con all'interno sabbia di tutti i colori e un immenso divano blu capitonnè sul quale si poteva tranquillamente saltare, mia madre stessa mi aveva suggerito di farlo. Spesso saltava insieme a me, e saltava talmente in alto che toccava la sfera di cristallo del lampadario di mille candele. Aveva ragione mio padre: se avesse voluto, mia madre avrebbe potuto davvero darsi del tu con le stelle. Di fronte al divano, sopra un vecchio baule da viaggio pieno di lettere maiuscole appiccicate sopra, si trovava un piccolo televisore mezzo ammuffito che non funzionava più tanto bene. Su qualunque canale passavano immagini di formicai in bianco, nero e grigio. Per punirlo dei suoi pessimi programmi mio padre gli aveva messo sopra un cappello d'asino. A volte mi diceva: "Se non fai il bravo, accendo la televisione!"
L'idea di guardare la televisione per ore era terrificante. Ma raramente metteva in pratica la sua minaccia, non era cattivo.
"Vi prego di non accettare le mie scuse, perché avevo davvero una gran voglia di farlo! Quest'uomo è mio nonno, l'amante di Josèphine Baker, un cavaliere prussiano e mio futuro marito. È tutto questo insieme, e io ci credo!"
Era bastato il tempo di un ricevimento, di un ballo, perché una donna matta con ali di piume sui capelli mi rendesse pazzo di lei e m'inducesse a condividere la sua follia.
"A ogni modo un po' pazza lo sono sempre stata, e se anche lo divento un po' di più o un po' di meno questo non cambierà l'amore che voi avete nei miei confronti, dico bene?"
"E voi venite a parlarci di orari da rispettare! Ma cosa volete, che diventi un dipendente dello stato? Mio figlio è un uccello notturno erudito che ha già letto tre volte il dizionario, e voi volete trasformarlo in un gabbiano coperto di petrolio che si dibatte in una marea nera di noia e di guai! È per evitare tutto questo che viene a scuola soltanto di pomeriggio!"