Una musica costante, Vikram Seth.
"E oltre quel cancello essi entreranno,
e in quella casa abiteranno,
dove non ci saranno né nuvole né sole,
né oscurità, né bagliore,
ma una luce costante,
né rumore né silenzio
ma una musica costante,
né paure nè speranze,
ma un costante possesso,
né nemici né amici,
ma una costante comunione e identità,
né fine né inizio,
ma una costante eternità"(J. Donne)
e in quella casa abiteranno,
dove non ci saranno né nuvole né sole,
né oscurità, né bagliore,
ma una luce costante,
né rumore né silenzio
ma una musica costante,
né paure nè speranze,
ma un costante possesso,
né nemici né amici,
ma una costante comunione e identità,
né fine né inizio,
ma una costante eternità"(J. Donne)
Un libro dove il linguaggio della musica si intreccia con
quello dell’amore, un violista e una pianista che sta perdendo l’udito tra
ricordi, note, passione, difficoltà e su tutto l’amore profondo per la musica.
Emozioni, sensazioni che travalicano la realtà contingente, al di là del tempo
e dello spazio, la musica eterna ed immortale.
Limpido, malinconico, intenso nella sua semplicità.
“La musica, questa musica, è un dono sufficiente. Perché
chiedere la felicità, perché sperare di non soffrire. È abbastanza, è una
benedizione sufficiente vivere giorno per giorno e udire questa musica – non
troppa, altrimenti l’anima potrebbe non resistere – di tanto in tanto”
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