martedì 21 aprile 2015

Oceano mare



Oceano mare di Alessandro Baricco

Un romanzo che si ama o si odia, senza mezze misure.
Personalmente ho amato questo libro, il suo stile, le molteplici allitterazioni, le parole sussurrate che evocano orizzonti lontani, ma parlano in realtà al nostro io più segreto.
Questo libro è il mare, onde di spuma e parole, quel mare che non puoi spegnere quando urla di notte, quel mare che vive, respira, terrorizza, culla, rigenera, salva e a volte uccide.
Sul mare si intrecciano le vicende dei molteplici personaggi, le loro passioni e paure, l’amore che salva (una ragazzina che non ha visto nulla e un uomo che ha visto troppo) o distrugge e annienta.
C’è l’essenza stessa della scrittura, svelata nelle pagine finali.
Un libro dell’anima.
 Tutte le volte che mi trovo sulla riva del mare, “sento” oceano mare, non più libro di carta ma creatura viva.
In nessun altro testo di questo autore, per quanto ben scritto, ho mai ritrovato il mistero che Oceano Mare racchiude tra le sue pagine.
 
 
“Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.”
 
“Il mare – vide il barone sui disegni dei geografi – era lontano. Ma soprattutto – vide nei suoi sogni – era terribile, esageratamente bello, terribilmente forte – disumano e nemico – meraviglioso. E poi era colori diversi, odori mai sentiti, suoni sconosciuti – era l'altro mondo.”
 

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