Ted Hughes –Lettere di compleanno (Birthday letters)
Il “Colosso” come lo chiamava la moglie Sylvia, a cui dedicò la sua prima raccolta poetica, è stato definito come il poeta inglese “che ha generato più clamore sulla sua vita privata dopo Lord Byron”. Tragica la storia del suo matrimonio con la poetessa Sylvia Plath, durato fino al suicidio di lei nel 1963, di cui fu ritenuto moralmente responsabile. Questo lo rese oggetto di feroci critiche negli anni, acuite anche dall’aver distrutto parte dei diari di lei “per non ferire i nostri figli” si giustificò sempre. In “Birthday letters” trentacinque anni dopo, il poeta ruppe il silenzio su Sylvia, raccontando la loro complessa relazione, tutto il proprio dolore, una ferita che il tempo non ha sanato, sublimandolo in nitidi versi di straordinaria bellezza, dando vita ad un moderno canzoniere d’amore con al centro Sylvia e i suoi demoni distruttrici, quasi un fantasma da esorcizzare, uno spirito con cui dialogare un’ultima volta. Di lì a poco su Ted calerà il silenzio. Si erano amati e distrutti, in queste poesie si respira lo strazio di quest’ultima amara consapevolezza, il fallimento di un amore.
“Il mistero della morte si confonde così con il mistero della poesia e la parola, penetrando nel tessuto vivo del dolore, incontra il suo nemico capitale e lo sconfigge.”
“Alzo gli occhi come per incontrare la tua voce con tutto il suo incalzante futuro che mi è esploso addosso. Poi torno a guardare il libro delle parole stampate. E' solo una storia. La tua storia. La mia storia”.
“Di là vedo il velato barbaglio marino delle tue estasi, le
tue visioni nel cristallo. Di qua la lampada irreparabilmente infranta nella mia
cripta di sogno, tenebra totale, sotto la pietra della tua tomba”
“Da soli avremmo potuto, l'uno o l'altra, incontrare una
vita. Coppia siamese, suppuranti ciascuno una singolare infezione dell'anima
per l'altro, ciascuno era il palo che infilzava l'altro. Faticosamente, in
silenzio percorrevamo le strade, confermandoci l'un l'altro, resi storpi e
ciechi dai sogni”.
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