mercoledì 22 aprile 2015

Addio alle armi


Addio alle armi E. Hemingway

Pubblicato nel 1929, in parte autobiografico, l’autore prese parte alla prima guerra mondiale come guidatore di ambulanza nella croce rossa, è una storia di amore e guerra, temi che ricorrono anche in altre opere (per chi suona la campana ad esempio, libro che ho preferito, trovandolo più complesso, articolato e maturo nello stile)
Il protagonista vuole dimenticare la guerra, stipula “una pace separata” trovando rifugio nell’amore, fragile barriera contro la violenza crudele di quei giorni.
Un’aspirazione vana, destinata a naufragare nell’infelicità.
Addio alle armi “ to arms”, alla lotta e alla guerra, ma addio anche alle braccia, che accolgono, rassicurano, proteggono, e all’amore.
Un romanzo intenso e struggente, ricco di dialoghi brevi, serrati e suggestive descrizioni, che ci introducono nella mente e nelle emozioni dei protagonisti. Il paesaggio diventa specchio dello stato d’animo. La pioggia acquista una valenza allusiva e simbolica, presagio di morte e sciagura.
L’amore come ultimo baluardo e difesa, labile speranza che si infrange drammaticamente, non resta che vuoto, dolore e solitudine. L’uomo è impotente ed in balia di un tragico destino, il mondo diventa un deserto desolato dove nulla può essere generato.
Una scrittura definita perfettamente da Fernanda Pivano come “asciutta, scabra, severissima prosa intrisa di dramma e di poesia, con quei dialoghi stellanti, lapidari, inimitabili”. Un libro, censurato in Italia dal regime fascista, che incarna l’antimilitarismo desolato e disperato dello scrittore, e riassume il suo credo: “Ero sempre imbarazzato dalle parole sacro, glorioso e sacrificio, parole astratte come gloria, onore, coraggio e dedizione erano oscene accanto ai nomi concreti dei villaggi, ai nomi dei fiumi, ai numeri dei reggimenti.” E ancora “e ora forse è chiaro perché uno scrittore debba interessarsi al continuo, prepotente, criminale, sporco delitto che è la guerra, guerre combattute dalla più bella gente che c’è, provocate e iniziate da precise rivalità economiche  e da maiali che sorgono ad approfittarne”.

“Se la gente porta tanto coraggio in questo mondo, il mondo deve ucciderla per spezzarla, così naturalmente la uccide. Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide. Uccide imparzialmente i molti buoni e i molti gentili e i molti coraggiosi. Se non siete fra questi potete esser certi che ucciderà anche voi, ma non avrà una particolare premura.”

“Non preoccuparti caro, disse Catherine. Non ho affatto paura, è solo un trucco sporco.”



Nessun commento:

Posta un commento