martedì 21 aprile 2015

Invisible monsters


Invisible monsters, Chuck Palahniuk

Crudo, eccentrico, visionario, mostruoso, folle e conturbante come il suo autore, un libro fatto di continui flashback, che dissolve la logica e le coordinate spazio temporali, proiettando il lettore in  una storia caotica e surreale, che colpisce e lascia il segno. Ritmato e veloce, quasi un film.
Una bellissima modella sfigurata da un misterioso colpo di fucile, l’incontro con la  “principessa” Brandy Alexander, il loro avventuroso viaggio dove nulla è come sembra.
Si può sopravvivere a tutto e reinventarsi scegliendo la propria identità, anche quando crolla il mondo con le sue rassicuranti certezze.
Questo libro parla  di dolore, incubi, rinascita, riscoperta e accettazione  di sé, lo fa distruggendo il classico schema narrativo e stilistico del  romanzo, ha una sua voce, diversa e fuori dal coro, stonata, delirante, mai ipocrita, che racconta il senso stesso della vita, caotica, brutale, cinica, commovente.
Mostri invisibili gli eccentrici personaggi e quello che si agita silenzioso in ciascuno di noi.
Pazzo, dissacrante, diverso, tra  i libri di Palahniuk è quello che ho amato di più.

“Non importa con quanto scrupolo seguirai le indicazioni: avrai sempre l'impressione di aver perso qualcosa, la sensazione sprofondata sotto la tua pelle di non aver vissuto tutto. C'è quel sentimento di caduta nel cuore, per essere andato troppo in fretta nei momenti in cui avresti dovuto fare attenzione. Be', abituati a quella sensazione. È così che un giorno sentirai tutta la tua vita. È solo questione di abitudine. Niente di tutto ciò ha importanza. Ci stiamo solo scaldando.”
 

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