Invisible monsters, Chuck Palahniuk
Crudo, eccentrico, visionario, mostruoso, folle e conturbante
come il suo autore, un libro fatto di continui flashback, che dissolve la logica
e le coordinate spazio temporali, proiettando il lettore in una storia caotica e surreale, che colpisce e
lascia il segno. Ritmato e veloce, quasi un film.
Una bellissima modella sfigurata da un misterioso colpo di
fucile, l’incontro con la “principessa”
Brandy Alexander, il loro avventuroso viaggio dove nulla è come sembra.
Si può sopravvivere a tutto e reinventarsi scegliendo la
propria identità, anche quando crolla il mondo con le sue rassicuranti certezze.
Questo libro parla di
dolore, incubi, rinascita, riscoperta e accettazione di sé, lo fa distruggendo il classico schema
narrativo e stilistico del romanzo, ha
una sua voce, diversa e fuori dal coro, stonata, delirante, mai ipocrita, che
racconta il senso stesso della vita, caotica, brutale, cinica, commovente.
Mostri invisibili gli eccentrici personaggi e quello che si
agita silenzioso in ciascuno di noi.
Pazzo, dissacrante, diverso, tra i libri di Palahniuk è quello che ho amato di
più.
“Non importa con quanto scrupolo seguirai le indicazioni:
avrai sempre l'impressione di aver perso qualcosa, la sensazione sprofondata
sotto la tua pelle di non aver vissuto tutto. C'è quel sentimento di caduta nel
cuore, per essere andato troppo in fretta nei momenti in cui avresti dovuto
fare attenzione. Be', abituati a quella sensazione. È così che un giorno
sentirai tutta la tua vita. È solo questione di abitudine. Niente di tutto ciò
ha importanza. Ci stiamo solo scaldando.”
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