martedì 21 aprile 2015

Quasi invisibile- Mark Strand


Quarantasette prose liriche, a metà strada tra poesia e racconto breve, personaggi molteplici, che oscillano tra reale e irreale, visibile e invisibile, malinconia, nebbia, tempo che scorre, stanchezza esistenziale i temi dominanti. La salvezza?  Forse c’è, ma sfuma nella nebbia come in un sogno.
Il poeta è “quasi” invisibile, prosegue il suo viaggio come la poesia stessa, malgrado tutto esiste ancora.

Notturno del poeta che amava la luna
 
“Mi sono stancato della luna, stancato di quell’aria attonita, del ghiaccio azzurro del suo sguardo, dei suoi arrivi e delle sue partenze, del modo in cui avviluppa amanti e solitari sotto le sue ali invisibili, senza saperli distinguere. Mi sono stancato di così tante cose che un tempo mi incantavano, sono stanco di guardare l’ombra delle nuvole passare sull’erba illuminata dal sole, di vedere i cigni che scorrono avanti e indietro sul lago, di scrutare nel buio, sperando di trovare l’immagine di un sé ancora non nato. Lasciamo che la semplicità penetri l’occhio, semplicità come un tavolo su cui non è apparecchiato niente, come un tavolo che ancora non è nemmeno un tavolo.”
 

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