martedì 21 aprile 2015

Bambole


Casa di bambola, Henrik Ibsen

Opera teatrale scritta nel 1879, ma straordinariamente moderna, suscitò scandalo e feroci  polemiche alla sua uscita per la tematica affrontata, la messa in discussione del matrimonio considerato un vincolo sacro ed inviolabile e la ribellione di una donna alle convenzioni sociali dell’epoca.
L’opera racconta  la vicenda di Nora, il crollo delle sue illusioni e certezze, la progressiva presa di coscienza di sé, come donna ed essere umano innanzitutto, oltre che moglie e madre, scoperta che la porterà a rifiutare il ruolo di bambola -marionetta in un matrimonio finzione, che sembra perfetto ma non lo è, di cui è in realtà  prigioniera. Un matrimonio che è una gabbia di ipocrisia, privo di un autentico dialogo e confronto. Nora a poco a poco prenderà consapevolezza di se stessa, dei suoi desideri, del suo io più profondo, scoprirà di essere una donna desiderosa di amare ed essere felice, che vuole realizzarsi come “creatura umana”, senza essere più la bambola di un uomo meschino ed immaturo, incapace di amare davvero.
 La sua vicenda non rappresenta  soltanto una forte polemica sulla condizione femminile dell’epoca, ma è anche desiderio di libertà, riscoperta di sé, riaffermazione individuale.
Nora desidera vivere la propria vita come una creatura libera, non più infelice e soffocata in una “casa di bambola”, in un matrimonio senza speranza. Nora è una donna che si è svegliata e  ha aperto gli occhi.

”Credo di essere prima di tutto una creatura umana, come te... o meglio, voglio tentare di divenirlo”.
 


Nessun commento:

Posta un commento