martedì 21 aprile 2015

Una bambina sbagliata


Una bambina sbagliata, Cynthia Collu


Una scrittura pulita, lineare, coincisa, un romanzo che racconta la storia di Thea e della sua famiglia, dall’infanzia all’età adulta, anni segnati da sofferenze, incomprensioni, difficoltà, tra un padre alcolizzato e una madre anaffettiva, bisogno d’amore e desiderio di indipendenza, nel tentativo di sanare le ferite e riconciliarsi col proprio passato. Sullo sfondo la periferia milanese, grigia e tetra, un romanzo duro, triste, che abbraccia un’intera generazione accomunata dalla sofferenza e segue il percorso accidentato che trasformerà la bambina “sbagliata” in donna, alla ricerca di un riscatto.
Un romanzo dolce e amaro, cupo, doloroso e a suo modo tenero, soprattutto nei capitoli dove Thea racconta la propria infanzia, il rapporto con i  fratelli, mentre  gli ultimi scivolano via veloci, quasi affrettati .Un romanzo malinconico capace di risvegliare ricordi sopiti, riaprire vecchie ferite, sepolte nel passato e nella propria storia personale.

“Volevo scrivere la storia di un riscatto, di un superamento della barriera sottile che separa la sofferenza dalla disperazione. Volevo dire cose possibili, credere che si potesse spezzare il cerchio dell’incapacità di comunicare, soprattutto amore, tra genitori e figli, tra generazioni. Spezzare la catena della solitudine che fa rinchiudere ciascuno nella propria tana a leccarsi le ferite, ringhiando contro chi cerca di avvicinarsi. A poco a poco è venuta fuori la storia di una bambina e del suo mondo. E’ stato per me necessario seguirla passo passo mentre cresceva. Ero curiosa di vedere sin dove sarebbe arrivata e cosa ne sarebbe stato di lei(...)Nel mio romanzo racconto di una famiglia che esce dal dopoguerra, che ha come pensiero principale il doversi ricostruire una vita con relativa tranquillità economica. Non c’era né il tempo né la cultura di seguire la sfera affettiva della prole. Il dramma di questa mancata comunicazione acuiva la solitudine e la sofferenza e spesso degenerava in violenza. Non so se il romanzo sia duro per questo, ma per me non esistono, né conosco, famiglie alla “mulino bianco”.(Cynthia Collu)

Nessun commento:

Posta un commento