mercoledì 22 aprile 2015

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo


La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Audrey Niffenegger

Un romanzo originale e avvincente, ricco di flashback, che racconta una storia d’amore fuori dal comune. Il protagonista Henry è affetto da una rara anomalia genetica chiamata “cronoalterazione” che lo porta a viaggiare nel tempo in modo incontrollato e imprevedibile. Nel passato e nel futuro, avanti e indietro. Così Henry incontra Clare per la prima volta nel prato di casa quando ha sei anni e lui trentasei, e poi ancora e ancora. Clare è l’unico punto fermo, un porto stabile e sicuro nella vita caotica del viaggiatore. Ogni viaggio è misterioso e sorprendente e Clare dovrà fare i conti con questa assenza per tutta la vita. Non potrà mai  seguirlo nelle sue avventure, ma soltanto attendere. Fino all’ultimo viaggio. Una sorta di diario intimo a due voci, due punti vista diversi.
 Il tempo che lega e separa. Complicità, attesa, unione ma anche lontananza e incomunicabilità.
Un romanzo fantastico, che annulla le coordinate spazio temporali e ci racconta una storia d’amore che riesce ad andare oltre il tempo e il destino.
L’amore è forse questo appartenersi e ritrovarsi al di là della logica e della razionalità, riscoprendosi ogni giorno in modo sempre nuovo, mentre l’evento inatteso  è sempre in agguato là fuori.
Riuscire a gestire e a far funzionare le cose  malgrado la labilità del presente.
Intenso e commovente, una lettura piacevole, un linguaggio semplice e scarno adatto ad una tematica insolita ed eterogenea.

“È dura rimanere indietro. Aspetto Henry senza sapere dov'è e se sta bene. È dura essere quella che rimane.
Mi tengo occupata. Così il tempo passa più veloce.
Vado a dormire da sola e mi sveglio da sola. Faccio passeggiate. Lavoro fino a stancarmi. Osservo il vento giocare con la robaccia rimasta sepolta tutto l'inverno sotto la neve. Finché non ci si pensa sembra semplice. Perché l'assenza intensifica l'amore?
Tanto tempo fa, quando gli uomini andavano per mare, le donne li aspettavano sulla spiaggia, scrutavano l'orizzonte in cerca della piccola imbarcazione. Adesso io aspetto Henry. Lui scompare senza preavviso e involontariamente. Io lo aspetto. Ogni minuto di attesa dura un anno, un'eternità. Ogni minuto scorre lento, trasparente come vetro. Attraverso ogni minuto vedo un'infinità di minuti in fila, in attesa. Perché se ne va dove io non posso seguirlo?”

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