Il canto d’amore di J.Alfred Prufrock, T.S. Eliot
Un monologo drammatico, dove il protagonista, alter ego del
poeta e dell’intellettuale, racconta in prima persona il suo viaggio, alla
ricerca di un significato esistenziale che non riuscirà a trovare. Evidente il tributo a Dante nell’epigrafe,
Prufrock crede che il suo narrare rimarrà segreto e quindi si racconta senza paura.
Egli vive in un
inferno, la Londra
contemporanea, e questo malgrado il titolo, non è un canto d’amore, per lui è infatti
impossibile l’amore, Prufrock incarna la
crisi e l’inquietudine dell’uomo moderno, che soffre il male di vivere, si
rivolge a tutti noi, attraverso il
flusso di coscienza ed il verso libero.
Il monologo offre più chiavi di lettura, ha una valenza
simbolica, psicologica e realistica.
Nel suo viaggio egli rappresenta l’impotenza, la decadenza,
la disillusione dell’uomo moderno che non riesce a vivere e a trovare risposta
alle domande fondamentali, e lui del resto
non è “il principe Amleto” ma “un buffone, quasi ridicolo, prudente,
cauto, meticoloso” il suo è il canto disperato della disillusione, personale
ed universale, e se l’amore non esiste, impossibile e vana la ricerca di
qualsiasi significato, ormai vecchio e stanco, incapace di vivere e di
abbandonarsi al suadente canto delle
sirene, che “non cantano per lui”, uomo mortale e inadeguato, non gli resta che annegare nel non
senso della realtà.
Prufrock racchiude in
sé lo “spleen” di Baudelaire,
l’inettitudine a vivere di cui parlava anche Svevo, rappresentando
perfettamente la crisi dell’uomo e dell’intellettuale moderno.
“…Avrei potuto essere un paio
di ruvidi artigli
Che corrono sul fondo di mari silenziosi ...
Che corrono sul fondo di mari silenziosi ...
Ho udito le sirene cantare
l’una all’altra.
Non credo che canteranno per
me.
Le ho viste al largo cavalcare
l’onde
Pettinare la candida chioma dell’onde risospinte:
Quando il vento rigonfia l’acqua bianca e nera.
Pettinare la candida chioma dell’onde risospinte:
Quando il vento rigonfia l’acqua bianca e nera.
Ci siamo troppo attardati nelle
camere del mare
Con le figlie del mare incoronate d’alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.”
Con le figlie del mare incoronate d’alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.”
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