Il bell’Antonio, Vitaliano Brancati
Romanzo pubblicato nel 1949, ambientato nella Catania
fascista e provinciale degli anni 30,che affronta con ironico realismo e
malinconico sarcasmo il dramma personale
di Antonio Magnano. Giovane bellissimo, affascinante, seducente, il sogno di tutte
le donne, che con un semplice sguardo le manda in delirio, con fama di seduttore
seriale, un novello casanova, eppure nulla è come sembra.
Egli nasconde a tutti
il suo personale tormento, una impotenza fisica e psicologica, una paralisi, un blocco fisico ed emotivo, un
gelo, che lo angoscia. Antonio mite, sensibile, indolente, spento, privo di slancio
vitale, sballottato dagli eventi, prima invidiato e poi deriso dall’intera
comunità, motivo di vergogna e disonore
per la sua famiglia e il padre “virile”, considerato alla fine meno di “uno
straccio da piedi”, un essere inutile, umiliato da tutti.
L’impotenza sessuale
di Antonio è chiaramente un’allegoria che allude a ben altra impotenza, la “paralisi”
di una intera società che “dietro l’ossessione
politica e sessuale nasconde un vuoto profondo”, il perfetto nulla.
Questo romanzo critica fortemente il conformismo bigotto della società
dell’epoca, che erge a valore assoluto l’apparenza, la forza virile, e cancella,
mortifica, calpesta tutto il resto.
Come non provare tenerezza per il bell’Antonio dallo sguardo
triste? Che si chiude in casa per la vergogna, incompreso e deriso da tutti?
Ma c’è anche una critica feroce al regime fascista, ai suoi
miti retorici, solenni e vuoti.
Il linguaggio è realistico, arguto, in alcuni momenti
divertente, in altri serio e cupo, un libro nel complesso di agevole lettura.
Leggendo le peripezie di Antonio, non si può non pensare a
Mastroianni, che lo rappresenta perfettamente nell’omonimo film del 1960 diretto
da Mauro Bolognini.
Un libro a tratti comico, ma anche amaro e drammatico.
L’impotenza di Antonio è lo specchio dell’impotenza morale della
società stessa, ottusa e ipocrita e dello stesso intellettuale, paralizzato
nella propria libertà d’espressione dalla massificazione imperante del regime
fascista, che si avvia al declino.
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