Chiedi alla polvere (Ask the dust), John Fante
Pubblicato nel 1939, il romanzo racconta con ironia le peripezie di Arturo Bandini, alter ego dell’autore, un sognatore squattrinato, romantico, a tratti comico, la sua educazione sentimentale, l’incontro-scontro con la cameriera messicana Camilla Lopez, ragazza inquieta, fragile, strana, autodistruttiva e le sue aspirazioni artistiche. Divertente e tragico, con uno stile semplice e lineare, poetico ma anche realistico, questo libro mi ha fatto ridere, riflettere, commuovere. Bandini è il sogno americano e non solo, è ognuno di noi a vent’anni, follemente giovani, innamorati non corrisposti, pieni di sogni, fragilità, illusioni, delusioni, paure, vittorie, sconfitte che la realtà porta sempre con sè… E poi quel finale come un’ombra scura, che lascia l’amaro in bocca, il deserto che inghiotte, dissolve, annienta tutto. Capolavoro assoluto. Da leggere e rileggere.
«Così l'ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in
quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da
cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un
riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la
ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.
E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro».
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