mercoledì 22 aprile 2015

Colazione da Tiffany


Colazione da Tiffany, T. Capote (1958)

Ho amato questo romanzo breve e brillante, diverso dal film che è entrato nel nostro immaginario collettivo(molte parti forse giudicate trasgressive sono state cambiate). Chi è Holly Golightly circondata da molteplici e bizzarri personaggi? “Una volgare esibizionista, una perdigiorno, un’assoluta montatura” ma autentica? Una party girl che “mette in pericolo la sicurezza e l’equilibrio nervoso dei vicini”? Chi è davvero Holly?
Un’adorabile ribelle, Tiffany come antidoto alle paturnie e all’infelicità. Un gatto senza nome, una casa senza mobili. In transito.
 Una ragazza deliziosa, volubile, sognatrice, inquieta, occhi grandi un po’ verdi un po’ azzurri, apparentemente svampita e viziata, una eterna bambina, che cerca disperatamente il suo posto nel mondo. Terrorizzata dai legami e dall’idea di appartenere a qualcuno. Complessa, in fuga da un passato di cui si intravede appena  qualcosa.
Nella moltitudine di uomini che la circondano, tolta la maschera della svampita, Holly è sola, ha un unico vero amico, suo vicino di casa e aspirante scrittore, nel quale identifica il fratello scomparso, mentre  la caotica New York con le sue illusioni fa da sfondo a questa improbabile amicizia / amore platonico.
Tante le disavventure che vive, anche dolorose descritte sempre lievemente.
Poetica , innocente e maliziosa,  dilegua nel finale come una brezza leggera e noi tutti non possiamo che sperare che abbia finalmente trovato il suo posto nel mondo e che sia felice. Affascinante, anticonformista, malinconica Holly, una farfalla variopinta che si dissolve nell’aria  appena cerchi di afferrarla, eternamente in fuga da o verso qualcosa.

“Non amate mai una creatura selvatica, signor Bell," lo ammonì Holly. "È stato questo lo sbaglio di Doc. Si portava sempre a casa qualche bestiola selvatica. Un falco con un'ala spezzata. E una volta un gatto con una zampa rotta. Ma non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica; più le si vuole bene più forte diventa. Finché diventa abbastanza forte da scappare nei boschi. O da volare su un albero. Poi su un albero più alto. Poi in cielo. E sarà questa la vostra fine, signor Bell, se vi concederete il lusso di amare una creatura selvatica. Finirete per guardare il cielo."
 

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