martedì 21 aprile 2015

On the road


On the Road, Jack Kerouac

Fortemente autobiografico, pubblicato nel 1957,è considerato la bibbia della “Beat Generation”, movimento artistico, letterario e filosofico nell’America degli anni 50, che fu  innovazione stilistica, anticonformismo, rifiuto delle regole convenzionali, ribellione e molto altro. Basato sugli appunti di viaggio dello scrittore, il romanzo racconta il viaggio “sulla strada,” attraverso il vasto territorio americano, di due giovani amici, inquieti e folli, le loro peripezie e i loro incontri. Questo libro è pura sete di avventura, sogno, musica, viaggio fisico ed emozionale, reale e simbolico, infinito, fusione con la natura, misticismo, ricerca di sé e della propria identità. Dopo averlo letto ho provato l’impulso irrefrenabile di mettermi in viaggio, evadere dai soliti schemi, bruciare chilometri, cielo e libertà. Questa sete inesauribile di avventura diventa però malinconia, autodistruzione, vagabondaggio, senso di vuoto, personale e universale, delusione ed è proprio questa la molla che spinge  a rimettersi di nuovo in viaggio, ancora e ancora, nel tentativo di colmare il crescente malessere, l’ansia, il male di vivere. Ciò che conta è il viaggio, non la meta. Innovativo  anche il linguaggio, che diventa gergale, quotidiano e lo stile veloce, ritmato, quasi un’auto in corsa. Seneca secoli prima aveva scritto “occorre cambiare l’animo, non il cielo”, Kerouac ribalta questa prospettiva, incarnando l’eterno mito  del viaggio, della disperata e continua ricerca di un altrove indefinito, di una intera generazione ribelle, bruciata, maledetta.

“Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.”

 “Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare.”
 
"A me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione."

“Perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno Ooooh!"

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