venerdì 21 giugno 2019

Barbablù

Barbablù, Amélie Nothomb
"Non credo all'inferno.
Che leggerezza da parte sua!"
Tra tutte le fiabe lette da bambina "Barbablù" è stata quella che mi ha sempre terrorizzato. Cattiva e inquietante, così diversa dalle altre fiabe rassicuranti con principi, cavalli bianchi, belle addormentate nel bosco svegliate da un dolce bacio.
Qui ci sono un orco terribile, bellissime e sfortunate spose scomparse nel nulla, una stanza proibita, la curiosità punita crudelmente.
Molti anni dopo mi sono imbattuta per puro caso in questo libricino di Amélie, la sua fiaba preferita e come poteva essere altrimenti (!) e il mio terrore si è trasformato in amore.
La scrittrice è bravissima nel rendere affascinante un personaggio da sempre temuto nell'immaginario collettivo.
Questo libro brevissimo è un tripudio di colore, un dipinto che mescola sapientemente luce purissima e buio denso, chiarore e oscurità.
Giallo e oro, occhi color oro, un abito dorato avvolgente come un abbraccio, una porta nera spalancata sull'abisso. Una fiaba oscura, la storia di un uomo folle d'amore e di un'intrepida ragazza.
Saturnine è una giovane donna di venticinque anni, irriverente e ribelle, originaria del Belgio, vive e lavora a Parigi, dove insegna all'École du Louvre.
Cercando casa si imbatte in un vantaggioso annuncio immobiliare.
Cercasi coinquilina per una stanza in affitto di quaranta metri quadri a un prezzo irrisorio, in un elegante palazzo signorile dalle camere ampie e i soffitti altissimi.
Tra le quindici candidate che rispondono all'inserzione è lei la prescelta.
Il lussuoso appartamento appartiene a don Elemirio Nibal y Milcar Grande di Spagna, con fama di seduttore impenitente dal passato oscuro.
Pare infatti che prima di lei abbiano vissuto in quella sontuosa dimora otto donne bellissime, sparite misteriosamente nel nulla. Attorno al nobile aristocratico aleggiano sospetti e curiosità morbosa, uno scapolo ricco e appetibile, conteso da miriadi di donne.
Saturnine è una ragazza coraggiosa, non si lascia intimidire facilmente.
Quell'uomo più che un pericoloso seduttore le sembra "un depresso grave, con lo sguardo spento e la voce esausta".
Un uomo dall'aspetto insignificante, un essere strambo, anzi sicuramente pazzo.
Don Elemirio è un fervente cattolico, non esce di casa da circa vent'anni, ama leggere gli atti processuali dell'Inquisizione spagnola, i libri antichi, cucire abiti dai colori incantevoli (l'atto d'amore per eccellenza), adora cucinare pietanze prelibate e impazzisce per le uova.
È un uomo bizzarro, con stravaganti interessi e idee strampalate, intelligente e arguto, dal passato misterioso.
Un uomo che cucina per lei, le cuce una gonna di velluto color oro che è quasi un abbraccio, la vizia, coccolandola con le sue premurose attenzioni.
Saturnine è libera di avventurarsi nelle stanze del palazzo, in tutte tranne in una, dipinta di nero, la camera oscura, dove l'uomo appassionato di fotografia sviluppa le sue foto.
Una stanza proibita, che non è chiusa a chiave in segno di fiducia, ma dove è assolutamente vietato entrare.
La ragazza non è spaventata dall'uomo, ascoltando i suoi strani ragionamenti, i pensieri di un folle, sorride sfoderando un gelido sarcasmo.
Cenano insieme la sera brindando allegramente a champagne e poco a poco quell'uomo folle e misterioso riesce a penetrare il freddo cinismo della ragazza, la sua spietata ironia.
Suo malgrado si scopre innamorata.
Ma chi è davvero don Elemirio un uomo adorabile o un pericoloso assassino? Che fine hanno fatto le ragazze che l'hanno preceduta?
È giusto violare il segreto di chi si ama? Abbiamo tutti diritto alla nostra camera oscura?
Si può amare il male?
La geniale Amélie trasforma il personaggio più terribile delle fiabe in un uomo incantevole e poi ti dice hai visto fanciulla? Puoi amare anche il male, non ne sei immune, lo desideri fortemente anche se è proibito, perverso, segreto, in fondo è parte di te.
Cos'è l'amore se non luminosa follia, strabiliante arcobaleno di colori, segreto inconfessabile, carezza di lama che ti sfiora e non taglia, bacio sulla nuca.
In questo libro una moderna rivisitazione della celebre fiaba di Charles Perrault, la scrittrice con il suo inconfondibile stile caustico, ironico e dissacrante, una prosa tagliente ed essenziale, ricca di dialoghi brillanti e arguti, indaga la natura complessa e misteriosa dell'amore, il rapporto tra arte e natura, amore e morte, esplorando la psiche inquieta dei suoi personaggi in un gioco perverso dove vittima e carnefice si scambiano continuamente di ruolo.
Una fiaba nera dall'atmosfera gotica con un finale sorprendente in pieno stile Nothomb.
Un libro irresistibile, spumeggiante come bollicine di delizioso champagne, un piccolo gioiello d'oro puro.
***
-"Mi spiace, non ho niente da dire.
È una persona riservata?
- Diffido delle persone che si dichiarano riservate. Sono le stesse che, cinque minuti dopo, ti raccontano i minimi dettagli della loro vita privata.
Ci si può confidare pur rimanendo riservati.
-Ci si può anche non confidare.
Lei spera di rimanere un'estranea per me?
-Io rimarrò un'estranea per lei.
Meglio così allora la inventerò.
(...) Cosa può insegnare una belga della sua età all'École du Louvre?
-Non doveva inventarmi?
È una specialista di Khnopff. Insegna l'arte di Khnopff ai francesi.
-L'idea è buona. Il pittore mi piace.
Non sembra che sia stato lui a dipingere il suo volto?
-Non esageriamo.
No. Lei è bella come una creatura di Khnopff. La immagino con un corpo di ghepardo. Adorerei che mi divorasse.
-Non mangio la prima cosa che capita.
-Si chiama giovinezza. Ricorda?
Sì. Ci si sente indistruttibili e all'improvviso, basta un niente, e si capisce subito che è finita.
-Forza, disse svuotando il resto della bottiglia, non si ha il diritto di sprofondare nella malinconia quando si beve questo elisir.
Non crede che ogni essere umano abbia diritto alla sua camera oscura?
Ogni volta, l'amore è qualcosa di nuovo. Ci vorrebbe un verbo nuovo ogni volta. Eppure, il verbo "amare" è appropriato, perché c'è una tensione comune a tutti gli amori, e quel verbo è l'unico che riesce a esprimerla.
-Sono di quell'idiozia che va di moda oggi. Recentemente un best seller mondiale ha sostenuto che esistessero vampiri gentili e innocenti. La gente ormai è contenta solo quando gli si dichiara che il male non esiste. Ma no, i cattivi non sono dei veri cattivi, il bene seduce anche loro. Che razza di cretini rimbambiti siamo diventati per berci e apprezzare queste teorie balorde? Stavo per cascarci, come le altre.
Almeno lei aveva un nobile motivo per illudersi così.
- E me lo chiama un nobile motivo? disse lei con rabbia.
Amare qualcuno è sempre una cosa nobile.
-La smetta con le sue idiozie!
Si può amare il male, ecco tutto".



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