Lascia sia il vento a completar le parole
che la tua voce non sa articolare.
Non ci occorrono più le parole.
Siamo entrambi il medesimo silenzio.
Come due specchi, svuotati d' ogni immagine,
che l'uno all'altro rendono
un semplice raggio. E ci basta.
(Margherita Guidacci)
Se esisti per davvero - fatti avanti,
sii nuvola, caprone, aviatore,
porta con te occhi, bocca, voce,
- chiedimi qualcosa, lascia che mi sacrifichi,
prendimi tra le braccia, proteggimi,
nutrimi con la settima parte di un pesce,
fammi un fischio, dissodami le dita,
ricolmami di aromi, di stupore,
- resuscitami.
(Nina Cassian)
Vecchio, nuovo, preso in prestito, blu
Il giorno in cui ci siamo incontrati.
Questa busta inaspettata.
La mia maglietta del San Francisco mime Troupe che
indossavi per gingillarti nell'appartamento, le cui
maniche tagliate si abbinavano
Ai tuoi occhi.
Quella notte senza sonno.
Questa notte senza sonno.
La faccia che indosserò per stringerti la mano ed augurarti il
meglio.
Il modo in cui mi sentirò quando lo faccio.
"Paper Moon". La nostra canzone.
"Jesu, Joy of Man's Desiring".
Il mio Ella Live at Montreux che spero che lui metta su una
notte per sbaglio e ti faccia piangere.
Questa squallida rassegna
(Mark Haddon)
La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo, arca notturna e fida
e se non so più quello che ho vissuto
è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.
Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori,
profumi schiusi da una cova di aurore
sempre posata su paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e va tutto il mio sangue in quegli sguardi.
(Paul Eluard)
Vederti IN UN CONTINENTE STRANIERO io vorrei
perché finalmente in mezzo agli altri ti vedrei sola
e tu fra mille altri vedresti ME
e finalmente ci verremmo incontro.
(Peter Handke)
Amo ogni tuo ciglio, ogni tuo capello, ti combatto in candidi corridoi
dove si giocano le fonti della luce,
ti discuto in ogni nome, ti strappo con delicatezza di cicatrice,
a poco a poco ti metto nei capelli cenere di lampo e nastri
assopiti nella pioggia.
Non voglio che tu abbia una forma, che tu sia esattamente
quello che viene dietro la tua mano,
perché l’acqua, pensa all’acqua, e ai leoni quando si
sciolgono nello zucchero della fiaba,
e ai gesti, architettura del nulla,
le loro lampade accese a metà dell’incontro.
Ogni domani è l’ardesia su cui ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti, non sei così, neppure con quei capelli lisci,
quel sorriso.
Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere in cui il vino si fa
luna e specchio,
cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
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