venerdì 1 gennaio 2016

Nel bosco


Nel bosco, Thomas Hardy (1887)

Nel bosco gli alberi, il succedersi delle stagioni, i colori della vegetazione lussureggiante, la linfa vitale, il cielo e le alture, gli animali che popolano il  sottobosco, tutto si fonde in perfetta armonia con l’esistenza  degli uomini semplici e umili, contadini e boscaioli che abitano a Little Hintock, un minuscolo villaggio immerso nel verde.
C’è una corrispondenza armonica, una fusione panica tra la natura con i suoi cicli immutabili  e la vita  dei personaggi.
Nel bosco tra la luce e l’ombra che filtrano tra le foglie si incrociano i destini dei protagonisti.
Giles, l’eroe dal cuore puro, onesto, umile, devoto, fedele, tenace nel suo amore fino all'ultimo respiro, Grace Melbury, figlia di un  commerciante di legname, una creatura del bosco che tuttavia ha ricevuto una educazione prestigiosa e desidera ascendere i gradini della scala sociale, ambiziosa e incantevole, che scoprirà  a sue spese che la felicità non è legata al rango sociale elevato o alla raffinata cultura.
E infine il dottor Edred, scienziato misterioso, medico colto e appassionato di filosofia, uomo affascinante, incostante e mutevole nei suoi affetti, che grazie alla sua vantaggiosa posizione sociale farà breccia nel cuore di Grace. Ma le apparenze ingannano e sotto l’apparente perfezione si celano  inganno e infelicità. 
Come avviene spesso nei romanzi di Hardy  il destino mescolando le carte sconvolge implacabile la vita degli uomini, che si affannano invano nel tentativo di catturare briciole di felicità.
Alla fine l’equilibrio sembra ricomporsi, ma a quale prezzo. Il lieto fine più triste che abbia mai letto, se così possiamo definirlo, perché ancora una volta la purezza del sentimento è stata  sconfitta dal beffardo gioco del destino. Ho apprezzato molto la traduzione  curata e attenta,  che rende la lettura fluida e scorrevole, avvincendo il lettore fino alla fine.
 Un romanzo intenso e struggente, uno dei più belli di questo intramontabile scrittore.

 




Egli aveva l'aspetto e il profumo dell'autunno, con il viso del color del grano, bruciato dal sole, gli occhi azzurri come il fiordaliso, le maniche e i calzoni macchiati dagli schizzi della frutta, le mani appiccicose per il succo di mele, il cappello spruzzato di semi; ogni cosa di lui sapeva del sidro, dell'atmosfera di quella stagione che ogni anno, al suo arrivo, esercita un fascino indescrivibile su tutti coloro che sono nati e cresciuti tra i frutteti.”

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