Nel bosco, Thomas Hardy (1887)
Nel bosco gli alberi, il
succedersi delle stagioni, i colori della vegetazione lussureggiante, la linfa
vitale, il cielo e le alture, gli animali che popolano il sottobosco, tutto si fonde in perfetta
armonia con l’esistenza degli uomini semplici
e umili, contadini e boscaioli che abitano a Little Hintock, un minuscolo
villaggio immerso nel verde.
C’è una corrispondenza armonica,
una fusione panica tra la natura con i suoi cicli immutabili e la vita
dei personaggi.
Nel bosco tra la luce e l’ombra
che filtrano tra le foglie si incrociano i destini dei protagonisti.
Giles, l’eroe dal cuore
puro, onesto, umile, devoto, fedele, tenace nel suo amore fino all'ultimo respiro, Grace
Melbury, figlia di un commerciante di
legname, una creatura del bosco che tuttavia ha ricevuto una educazione
prestigiosa e desidera ascendere i gradini della scala sociale, ambiziosa e
incantevole, che scoprirà a sue spese che
la felicità non è legata al rango sociale elevato o alla raffinata cultura.
E infine il dottor Edred,
scienziato misterioso, medico colto e appassionato di filosofia, uomo
affascinante, incostante e mutevole nei suoi affetti, che grazie alla sua
vantaggiosa posizione sociale farà breccia nel cuore di Grace. Ma le apparenze
ingannano e sotto l’apparente perfezione si celano inganno e infelicità.
Come avviene spesso nei romanzi
di Hardy il destino mescolando le carte sconvolge
implacabile la vita degli uomini, che si affannano invano nel tentativo di catturare
briciole di felicità.
Alla fine l’equilibrio sembra
ricomporsi, ma a quale prezzo. Il lieto fine più
triste che abbia mai letto, se così possiamo definirlo, perché ancora una volta la purezza del sentimento è
stata sconfitta dal beffardo gioco del
destino. Ho apprezzato molto la traduzione
curata e attenta, che rende la
lettura fluida e scorrevole, avvincendo il lettore fino alla fine.
Un romanzo intenso e struggente, uno dei più
belli di questo intramontabile scrittore.
“Egli aveva l'aspetto e
il profumo dell'autunno, con il viso del color del grano, bruciato dal sole,
gli occhi azzurri come il fiordaliso, le maniche e i calzoni macchiati dagli
schizzi della frutta, le mani appiccicose per il succo di mele, il cappello
spruzzato di semi; ogni cosa di lui sapeva del sidro, dell'atmosfera di quella
stagione che ogni anno, al suo arrivo, esercita un fascino indescrivibile su
tutti coloro che sono nati e cresciuti tra i frutteti.”
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