Il profumo, P. Suskind (1985)
“Nel diciottesimo secolo visse in
Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca
non povera di geniali e scellerate figure.
Si chiamava
Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di
altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è
caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a
questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli
altri e immoralità, bensì perché il suo
genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non
lascia traccia: nel fugace regno degli odori.”
Perverso, intenso, velenoso, inebriante, feroce, mostruoso, folle
profumiere geniale, inventore di un profumo sublime e dolcissimo capace
di stregare e far innamorare l’umanità intera, di catturare l’anima, la
pura essenza delle sue giovanissime vittime.
Ma questo malvagio
prodigio non svela al carnefice il mistero più importante, la propria
identità, non lo porta a conoscere se stesso, il proprio essere, chi è
davvero, bellezza, orrore e crudele deformità senza odore, e allora tutto
si rivela inutile e non resta che il delirante, orgiastico annullamento
finale.
“Colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini”.
"Anche se il suo profumo di fronte al mondo lo faceva apparire come un
Dio, se non riusciva a sentire il proprio odore e se quindi era
condannato a non sapere mai chi egli fosse, se ne infischiava, se ne
infischiava del mondo, di se stesso, del suo profumo."
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