Tu l'hai detto, Connie Palmen
"Il suo nome è il mio nome.
La sua morte è la mia morte.
La sua follia è la mia follia."
La sua morte è la mia morte.
La sua follia è la mia follia."
Una biografia romanzata dove la voce narrante è quella di Ted Hughes, celebre poeta inglese laureato, marito dell'inquieta e geniale poetessa Sylvia Plath.
Nella finzione romanzesca Ted prende la parola per difendersi dalle voci malevole, dalle chiacchiere velenose di quelli che per anni l'hanno accusato di essere il carnefice, l'unico responsabile del suicidio della moglie Sylvia.
Lei la fragile martire, lui il brutale traditore. Marito infedele, inaffidabile, bugiardo.
Ted rompe il silenzio e fa sentire la sua voce, ripercorrendo quegli anni intensi e infernali, brucianti e appassionati.
Dal primo incontro folgorante al matrimonio tenuto segreto i primi tempi, perché Sylvia temeva di perdere la sua borsa di studio, dalla peregrinazione da un continente all'altro alla nascita dei due figli, fino agli ultimi terribili anni.
Lui il poeta sciamano, appassionato di cabala e astrologia, conoscitore di miti e antiche leggende incontra per la prima volta Sylvia nel 1957 a Londra, alla presentazione del primo e unico numero della sua rivista di poesia.
Quella ragazza americana dalla pelle di luna, alta, slanciata, capelli biondi ondulati, labbra rosso fuoco, attira subito la sua attenzione.
È un colpo di fulmine improvviso, lei seducente e decisa gli morde la guancia, lui le strappa fascia e orecchini, inutili orpelli, marchiato per sempre, stregato da lei.
Un incontro tra due anime affini, legate dal sacro fuoco della poesia, un amore crudele, intenso, bruciante.
Anime affini eppure diverse.
Lui forte, sicuro, dall'ispirazione poetica inesauribile, lettore di oscuri presagi, lei bella e sensuale, fragile, piena di incubi e paure, in lotta con i propri demoni, una madre ambiziosa che ama e detesta, un padre perso troppo presto che vorrà raggiungere per tutta la vita, quell'attrazione pericolosa per la morte, lei la bambina che voleva essere dio, Lady Lazarus morta e risorta.
Le prime reciproche confidenze, il matrimonio dopo soli quattro mesi dal primo fatidico incontro, in una giornata di pioggia, la luna di miele, la ricerca frenetica della casa, la scrittura poetica che li accomuna, Sylvia entusiasta per i successi del marito, desiderosa di liberare il suo io poetico, la sua voce più autentica intrappolata, sepolta nel profondo, frustrata e infelice quando non ci riesce.
Sylvia che ama e odia con furore, gelosa, possessiva, insicura, amante devota, moglie energica e instancabile, gemella siamese, spirito affine.
Sylvia in lotta con i suoi fantasmi, gli attacchi d'ansia, le crisi di pianto, la depressione, il terrore dell'abbandono, quelle tenebre che la attirano con voce seducente.
Demoni che li inseguono ovunque e viaggiano con loro, Inghilterra, Nuovo Mondo e di nuovo Inghilterra.
Tormentata, umorale, ansiosa, sensuale, dolce e furiosa, ironica e tenace, poetessa dalla voce unica e inconfondibile.
Un amore che è unione di corpo e anima, ma anche soffocante, claustrofobico, distruttivo.
Neppure la maternità placa i demoni di Sylvia, il suo io poetico esplode, una voce rabbiosa, potente, incontrollabile.
I successi, i riconoscimenti, la crescente fama di Ted, che si sente sempre più asfissiato da quel legame totalizzante, preso al laccio, smanioso di libertà, la lenta discesa nell'abisso.
La fuga in un mondo edenico nel tentativo di salvare quel sogno d'amore, Court Green, tana e rifugio della volpe in trappola e della lepre "timorosa con l'anima di vetro."
Una fattoria decadente, un frutteto, campi dove in aprile risplendono i narcisi, un fiume dove pescare, un cielo a portata di mano. Una vita che sembra perfetta, una bella famiglia, la poesia che sgorga inarrestabile, ma in ogni eden si nasconde un serpente.
L'incontro con Assia Wevill, la musa nera, distrugge l'idillio, l'illusione di un'unione indissolubile tra anime affini.
Ted si libera dalla gabbia, segue la sua vera natura, il suo istinto, il resto è storia.
Il freddo inverno londinese, la spirale crescente della depressione che inghiotte Sylvia, le ultime poesie, la sua voce poetica estatica, irrefrenabile, potentissima, il suicidio col gas, la morte che la consacra poetessa geniale per l'eternità.
Le accuse, i veleni, l'oscuro destino di morte e tragedia che il poeta sciamano porta con sé.
Attraverso un'accurata analisi delle fonti, degli archivi, delle poesie, determinante la lettura dell'inedita "Last Letter" di Ted Hughes per ricostruire quell'ultimo giorno, la scrittrice scrive questa storia d'amore e morte.
Una scrittura curata, profonda, intensa, monologhi interiori che a volte feriscono, sembra quasi di essere lì, di sentire davvero la voce di Ted che si difende, riappropriandosi di quell'amore che è stato infangato e calpestato da sospetti velenosi, insinuazioni ostili.
Non cerca assoluzioni, porta già sulle spalle tutto il peso del suo tragico destino, vuole soltanto far sentire la propria voce, raccontare la sua verità.
In realtà Ted Hughes rimase in silenzio per anni dopo il suicidio della moglie, silenzio che ruppe soltanto pochi mesi prima di morire, pubblicando le "Lettere di compleanno" 88 poesie dedicate alla sua sposa, al loro amore tragico e oscuro, appassionato e infelice.
Nessuno saprà mai la verità, sepolta per sempre con loro, rimangono i diari, le lettere, le poesie struggenti di entrambi, l'amore del poeta sciamano per Sylvia, la ragazza inquieta ed energica dal sorriso radioso, la sposa dalla folta treccia, la poetessa immensa che ha sacrificato tutto sull'altare della poesia, anche la vita.
Nella finzione romanzesca Ted prende la parola per difendersi dalle voci malevole, dalle chiacchiere velenose di quelli che per anni l'hanno accusato di essere il carnefice, l'unico responsabile del suicidio della moglie Sylvia.
Lei la fragile martire, lui il brutale traditore. Marito infedele, inaffidabile, bugiardo.
Ted rompe il silenzio e fa sentire la sua voce, ripercorrendo quegli anni intensi e infernali, brucianti e appassionati.
Dal primo incontro folgorante al matrimonio tenuto segreto i primi tempi, perché Sylvia temeva di perdere la sua borsa di studio, dalla peregrinazione da un continente all'altro alla nascita dei due figli, fino agli ultimi terribili anni.
Lui il poeta sciamano, appassionato di cabala e astrologia, conoscitore di miti e antiche leggende incontra per la prima volta Sylvia nel 1957 a Londra, alla presentazione del primo e unico numero della sua rivista di poesia.
Quella ragazza americana dalla pelle di luna, alta, slanciata, capelli biondi ondulati, labbra rosso fuoco, attira subito la sua attenzione.
È un colpo di fulmine improvviso, lei seducente e decisa gli morde la guancia, lui le strappa fascia e orecchini, inutili orpelli, marchiato per sempre, stregato da lei.
Un incontro tra due anime affini, legate dal sacro fuoco della poesia, un amore crudele, intenso, bruciante.
Anime affini eppure diverse.
Lui forte, sicuro, dall'ispirazione poetica inesauribile, lettore di oscuri presagi, lei bella e sensuale, fragile, piena di incubi e paure, in lotta con i propri demoni, una madre ambiziosa che ama e detesta, un padre perso troppo presto che vorrà raggiungere per tutta la vita, quell'attrazione pericolosa per la morte, lei la bambina che voleva essere dio, Lady Lazarus morta e risorta.
Le prime reciproche confidenze, il matrimonio dopo soli quattro mesi dal primo fatidico incontro, in una giornata di pioggia, la luna di miele, la ricerca frenetica della casa, la scrittura poetica che li accomuna, Sylvia entusiasta per i successi del marito, desiderosa di liberare il suo io poetico, la sua voce più autentica intrappolata, sepolta nel profondo, frustrata e infelice quando non ci riesce.
Sylvia che ama e odia con furore, gelosa, possessiva, insicura, amante devota, moglie energica e instancabile, gemella siamese, spirito affine.
Sylvia in lotta con i suoi fantasmi, gli attacchi d'ansia, le crisi di pianto, la depressione, il terrore dell'abbandono, quelle tenebre che la attirano con voce seducente.
Demoni che li inseguono ovunque e viaggiano con loro, Inghilterra, Nuovo Mondo e di nuovo Inghilterra.
Tormentata, umorale, ansiosa, sensuale, dolce e furiosa, ironica e tenace, poetessa dalla voce unica e inconfondibile.
Un amore che è unione di corpo e anima, ma anche soffocante, claustrofobico, distruttivo.
Neppure la maternità placa i demoni di Sylvia, il suo io poetico esplode, una voce rabbiosa, potente, incontrollabile.
I successi, i riconoscimenti, la crescente fama di Ted, che si sente sempre più asfissiato da quel legame totalizzante, preso al laccio, smanioso di libertà, la lenta discesa nell'abisso.
La fuga in un mondo edenico nel tentativo di salvare quel sogno d'amore, Court Green, tana e rifugio della volpe in trappola e della lepre "timorosa con l'anima di vetro."
Una fattoria decadente, un frutteto, campi dove in aprile risplendono i narcisi, un fiume dove pescare, un cielo a portata di mano. Una vita che sembra perfetta, una bella famiglia, la poesia che sgorga inarrestabile, ma in ogni eden si nasconde un serpente.
L'incontro con Assia Wevill, la musa nera, distrugge l'idillio, l'illusione di un'unione indissolubile tra anime affini.
Ted si libera dalla gabbia, segue la sua vera natura, il suo istinto, il resto è storia.
Il freddo inverno londinese, la spirale crescente della depressione che inghiotte Sylvia, le ultime poesie, la sua voce poetica estatica, irrefrenabile, potentissima, il suicidio col gas, la morte che la consacra poetessa geniale per l'eternità.
Le accuse, i veleni, l'oscuro destino di morte e tragedia che il poeta sciamano porta con sé.
Attraverso un'accurata analisi delle fonti, degli archivi, delle poesie, determinante la lettura dell'inedita "Last Letter" di Ted Hughes per ricostruire quell'ultimo giorno, la scrittrice scrive questa storia d'amore e morte.
Una scrittura curata, profonda, intensa, monologhi interiori che a volte feriscono, sembra quasi di essere lì, di sentire davvero la voce di Ted che si difende, riappropriandosi di quell'amore che è stato infangato e calpestato da sospetti velenosi, insinuazioni ostili.
Non cerca assoluzioni, porta già sulle spalle tutto il peso del suo tragico destino, vuole soltanto far sentire la propria voce, raccontare la sua verità.
In realtà Ted Hughes rimase in silenzio per anni dopo il suicidio della moglie, silenzio che ruppe soltanto pochi mesi prima di morire, pubblicando le "Lettere di compleanno" 88 poesie dedicate alla sua sposa, al loro amore tragico e oscuro, appassionato e infelice.
Nessuno saprà mai la verità, sepolta per sempre con loro, rimangono i diari, le lettere, le poesie struggenti di entrambi, l'amore del poeta sciamano per Sylvia, la ragazza inquieta ed energica dal sorriso radioso, la sposa dalla folta treccia, la poetessa immensa che ha sacrificato tutto sull'altare della poesia, anche la vita.
***
"È stato crudele, doloroso.
È stato vero.
Ognuno era preda dell'altro.
Di una donna che invece di baciarti ti morde avrei dovuto capire che per lei amare qualcuno equivaleva a combatterlo.
Di me avrei dovuto capire che rubandole i gioielli avevo strappato solo dei fronzoli, appropriandomene come trofei.
Chi inizia così un amore sa che vi si cela un cuore di violenza e distruzione. Finché non sopraggiunge la morte. Uno di noi era spacciato fin dall'inizio.
Era o lei o io.
Nella furia divoratrice chiamata amore, avevo trovato la mia pari."
È stato vero.
Ognuno era preda dell'altro.
Di una donna che invece di baciarti ti morde avrei dovuto capire che per lei amare qualcuno equivaleva a combatterlo.
Di me avrei dovuto capire che rubandole i gioielli avevo strappato solo dei fronzoli, appropriandomene come trofei.
Chi inizia così un amore sa che vi si cela un cuore di violenza e distruzione. Finché non sopraggiunge la morte. Uno di noi era spacciato fin dall'inizio.
Era o lei o io.
Nella furia divoratrice chiamata amore, avevo trovato la mia pari."
"Lei era un'ampolla odorosa piena di veleno.
Non avevo mai incontrato una persona per cui amore e odio fossero tanto vicini, quasi da confonderli. Non desiderava altro che amare qualcuno, ma odiava farlo davvero. Non desiderava altro che essere amata, ma ha punito senza pietà chiunque abbia mai provato amore per lei."
Non avevo mai incontrato una persona per cui amore e odio fossero tanto vicini, quasi da confonderli. Non desiderava altro che amare qualcuno, ma odiava farlo davvero. Non desiderava altro che essere amata, ma ha punito senza pietà chiunque abbia mai provato amore per lei."
"I giorni e i numeri, le stelle, i pianeti e i miei amici mi misero in guardia, ma la mia felicità somigliava a quella di quando ero ragazzo e con mio fratello, di dieci anni più grande, ce ne andavamo in giro nella natura, per giorni interi a pesca, a caccia, e la sera sedevamo in silenzio, uno accanto all'altro, davanti a un falò, oppure ascoltavo storie di indiani e di fantasmi, e mi sentivo così profondamente legato a lui che per il resto della vita ho sempre ricercato un legame gemellare che somigliasse a quello, una felicità tanto potente da dissolvermi e farmi scomparire. La donna che avesse teso le braccia a quel bambino che fissava l'acqua seduto con il fratello sulla riva del fiume, che l'avesse preso per mano e riportato in quel paradiso perduto, sarebbe stata la mia.
Era lei.
Chi la conosceva solo superficialmente non poteva sospettare che dentro nascondeva un guerriero, che era più androgina di quanto lasciasse supporre quella ragazza per bene con la coda di cavallo. Voleva misurare le proprie forze con qualcuno, voleva combattere, e per farlo aveva scelto l'uomo più alto e più forte che aveva trovato.
Era lei.
Chi la conosceva solo superficialmente non poteva sospettare che dentro nascondeva un guerriero, che era più androgina di quanto lasciasse supporre quella ragazza per bene con la coda di cavallo. Voleva misurare le proprie forze con qualcuno, voleva combattere, e per farlo aveva scelto l'uomo più alto e più forte che aveva trovato.
Ed ero io."
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