Un amore senza fine, Scott Spencer
"Ti voglio sentire, David. Voglio ancora delirare."
"Lo voglio" dissi, con il cuore che cominciava a spezzarsi."
"Lo voglio" dissi, con il cuore che cominciava a spezzarsi."
Chicago, agosto 1967.
David ama Jade con tutta la passione struggente e la forza dei suoi diciassette anni.
Lei è il suo mondo, la sua unica realtà e ragione di vita, un amore appassionato, assoluto, totalizzante. Un amore viscerale, completo, un universo a sé stante che non ha bisogno di nient'altro, sussurrato, desiderato, spiato, invidiato nella sua pienezza.
Ama anche la famiglia di Jade da cui è stato accolto, moderna, liberale, un po' hippie, aperta al dialogo e alle nuove esperienze sensoriali anche attraverso l'uso di droghe da provare tutti insieme, si lega soprattutto ad Ann, la madre, con la quale si crea un forte legame di confidenza ed empatia.
Ma un giorno l'idillio si incrina. Hugh, il padre, dietro richiesta di Jade, spaventata da quell'amore adulto e simbiotico, proibisce al ragazzo di frequentare la casa (e la figlia) per trenta giorni.
Un esilio ingiusto e forzato, un abisso temporale. David non resiste e in un istante di lucida follia incendia la casa, da quel momento in poi tutto andrà in frantumi.
L'incipit del romanzo ce lo mostra nascosto in veranda in una calda e afosa notte di agosto.
La famiglia Butterfield si disgrega, senza più la solidità concreta della casa tutte le tensioni irrisolte vengono alla luce e implodono, distruggendola.
David sarà prima rinchiuso in un ospedale psichiatrico e poi sottoposto alle rigide restrizioni imposte dalla libertà vigilata, oltre al divieto assoluto di contattare i membri della famiglia Butterfield.
In tutto questo percorso difficile e doloroso gli restano accanto i genitori, Rose e Arthur, attivisti di sinistra dalla forte ideologia, solidi e concreti, non riescono a comprenderlo fino in fondo ma non lo abbandoneranno mai.
Uscito dall'ospedale David prova a ricostruirsi una vita, si iscrive all'università, trova un lavoro, va a vivere da solo. Ma quell'amore assoluto, senza fine è sempre lì, è parte di lui, qualcosa che è impossibile dimenticare anche volendo. Si nutre di sogno, attesa paziente, speranza, un fuoco di passione che divampa lasciandosi dietro cenere e oscurità.
Un libro che scandaglia questo amore, mettendo a nudo la psicologia complessa dei personaggi, una scrittura profonda, nitida, densa, avvolgente, perfetta.
David così fragile, solo e tenace con il suo amore ossessivo, sua unica ragione di vita.
I genitori di entrambe le famiglie, disorientati, smarriti, infelici, in crisi di coppia.
E sullo sfondo Jade dagli occhi verdi, una figura sfumata, nell'ombra, mai descritta apertamente, al di là di poche pennellate. Inquieta, insonne, accoccolata su una poltrona o sbirciata di profilo, mai in piena luce, sopraffatta da questo amore impossibile, una passione insaziabile che brucia e divora, che lacera dentro, con la sua scia di lacrime e dolore.
A un tratto i sogni furiosi e forsennati di David, le sue tenaci fantasie sembrano concretizzarsi. Di nuovo con Jade, finalmente felice, appagato, completo. Di nuovo Amore.
Il lungo esilio, la cupa infelicità sembrano soltanto un brutto sogno lontano. C'è soltanto il loro amore adesso, unico prezioso vitale, paradiso in terra, che fa invidia al mondo.
In trenta pagine di pura e intensa poesia anche noi spiamo trattenendo il respiro questo amore, forte, selvaggio, disperato, tenero, appassionato, dove i corpi e le anime si mescolano in un eterno e gioioso presente, contro ogni logica, legge, razionalità, incurante di tutto. Gli amanti si stringono forte perché temono che le loro anime possano perdersi, dissolversi lontano. Magia alchemica, un potente incantesimo, un lungo sogno ad occhi aperti. Ma la realtà non tarda a presentare il suo conto crudele. Ancora lacrime, senso di colpa, assenza, vuoto, abbandono, feroce solitudine, buia follia.
Senza il suo amore David è sull'orlo del baratro, rabbioso, folle, rinchiuso, braccato, ferito, spezzato dentro, un guscio vuoto. L'episodio del canile è una delle scene più forti e drammatiche di questo romanzo.
Ma nemmeno la perdita della libertà, le tenebre della follia, il buio che gli oscura la mente, possono cancellare la forza dirompente di quell'amore che brucia ancora, sempre, fatto di fuoco e sangue, comunione carnale di corpo e anima, indimenticabile, incancellabile, al centro di ogni pensiero.
Un piccolo dio dispotico che esige devozione assoluta e sacrificio, a costo della vita stessa.
Un amore fuori legge, ossessione tenace, incubo oscuro, dolce veleno, droga inebriante e pericolosa, dipendenza purissima, malattia inguaribile, eden violato a cui tornare sempre, unico rifugio, riparo, unica vita possibile. Un amore che sfida il tempo, il mondo e le sue leggi, un amore che non avrà mai fine perché è ovunque, oltre ogni distanza, logica, realtà. Senza questo amore tutto è nera infelicità, follia, non senso. Anche al buio, lontani, distanti questo amore vive testardo, tenace, indistruttibile.
Atemporale, inviolabile, indimenticabile. Eterno.
Jade è sempre lì al centro di tutto, negli occhi, nel respiro, nella pelle, in ogni recesso del corpo e della mente, in ogni strada, città, in ogni volto c'è Lei.
L'occhio la vede, il corpo la desidera disperatamente, la mente non riesce a dimenticarla.
Jade da guardare, Jade da sognare, Jade da amare. Corpi intrecciati e anime avvinte.
Ovunque Jade, per sempre Jade, il suo amore senza fine.
Se questo libro fosse una poesia sarebbe "Questo amore" di Jacques Prévert, l'essenza stessa di questo romanzo straordinario e potentissimo.
David ama Jade con tutta la passione struggente e la forza dei suoi diciassette anni.
Lei è il suo mondo, la sua unica realtà e ragione di vita, un amore appassionato, assoluto, totalizzante. Un amore viscerale, completo, un universo a sé stante che non ha bisogno di nient'altro, sussurrato, desiderato, spiato, invidiato nella sua pienezza.
Ama anche la famiglia di Jade da cui è stato accolto, moderna, liberale, un po' hippie, aperta al dialogo e alle nuove esperienze sensoriali anche attraverso l'uso di droghe da provare tutti insieme, si lega soprattutto ad Ann, la madre, con la quale si crea un forte legame di confidenza ed empatia.
Ma un giorno l'idillio si incrina. Hugh, il padre, dietro richiesta di Jade, spaventata da quell'amore adulto e simbiotico, proibisce al ragazzo di frequentare la casa (e la figlia) per trenta giorni.
Un esilio ingiusto e forzato, un abisso temporale. David non resiste e in un istante di lucida follia incendia la casa, da quel momento in poi tutto andrà in frantumi.
L'incipit del romanzo ce lo mostra nascosto in veranda in una calda e afosa notte di agosto.
La famiglia Butterfield si disgrega, senza più la solidità concreta della casa tutte le tensioni irrisolte vengono alla luce e implodono, distruggendola.
David sarà prima rinchiuso in un ospedale psichiatrico e poi sottoposto alle rigide restrizioni imposte dalla libertà vigilata, oltre al divieto assoluto di contattare i membri della famiglia Butterfield.
In tutto questo percorso difficile e doloroso gli restano accanto i genitori, Rose e Arthur, attivisti di sinistra dalla forte ideologia, solidi e concreti, non riescono a comprenderlo fino in fondo ma non lo abbandoneranno mai.
Uscito dall'ospedale David prova a ricostruirsi una vita, si iscrive all'università, trova un lavoro, va a vivere da solo. Ma quell'amore assoluto, senza fine è sempre lì, è parte di lui, qualcosa che è impossibile dimenticare anche volendo. Si nutre di sogno, attesa paziente, speranza, un fuoco di passione che divampa lasciandosi dietro cenere e oscurità.
Un libro che scandaglia questo amore, mettendo a nudo la psicologia complessa dei personaggi, una scrittura profonda, nitida, densa, avvolgente, perfetta.
David così fragile, solo e tenace con il suo amore ossessivo, sua unica ragione di vita.
I genitori di entrambe le famiglie, disorientati, smarriti, infelici, in crisi di coppia.
E sullo sfondo Jade dagli occhi verdi, una figura sfumata, nell'ombra, mai descritta apertamente, al di là di poche pennellate. Inquieta, insonne, accoccolata su una poltrona o sbirciata di profilo, mai in piena luce, sopraffatta da questo amore impossibile, una passione insaziabile che brucia e divora, che lacera dentro, con la sua scia di lacrime e dolore.
A un tratto i sogni furiosi e forsennati di David, le sue tenaci fantasie sembrano concretizzarsi. Di nuovo con Jade, finalmente felice, appagato, completo. Di nuovo Amore.
Il lungo esilio, la cupa infelicità sembrano soltanto un brutto sogno lontano. C'è soltanto il loro amore adesso, unico prezioso vitale, paradiso in terra, che fa invidia al mondo.
In trenta pagine di pura e intensa poesia anche noi spiamo trattenendo il respiro questo amore, forte, selvaggio, disperato, tenero, appassionato, dove i corpi e le anime si mescolano in un eterno e gioioso presente, contro ogni logica, legge, razionalità, incurante di tutto. Gli amanti si stringono forte perché temono che le loro anime possano perdersi, dissolversi lontano. Magia alchemica, un potente incantesimo, un lungo sogno ad occhi aperti. Ma la realtà non tarda a presentare il suo conto crudele. Ancora lacrime, senso di colpa, assenza, vuoto, abbandono, feroce solitudine, buia follia.
Senza il suo amore David è sull'orlo del baratro, rabbioso, folle, rinchiuso, braccato, ferito, spezzato dentro, un guscio vuoto. L'episodio del canile è una delle scene più forti e drammatiche di questo romanzo.
Ma nemmeno la perdita della libertà, le tenebre della follia, il buio che gli oscura la mente, possono cancellare la forza dirompente di quell'amore che brucia ancora, sempre, fatto di fuoco e sangue, comunione carnale di corpo e anima, indimenticabile, incancellabile, al centro di ogni pensiero.
Un piccolo dio dispotico che esige devozione assoluta e sacrificio, a costo della vita stessa.
Un amore fuori legge, ossessione tenace, incubo oscuro, dolce veleno, droga inebriante e pericolosa, dipendenza purissima, malattia inguaribile, eden violato a cui tornare sempre, unico rifugio, riparo, unica vita possibile. Un amore che sfida il tempo, il mondo e le sue leggi, un amore che non avrà mai fine perché è ovunque, oltre ogni distanza, logica, realtà. Senza questo amore tutto è nera infelicità, follia, non senso. Anche al buio, lontani, distanti questo amore vive testardo, tenace, indistruttibile.
Atemporale, inviolabile, indimenticabile. Eterno.
Jade è sempre lì al centro di tutto, negli occhi, nel respiro, nella pelle, in ogni recesso del corpo e della mente, in ogni strada, città, in ogni volto c'è Lei.
L'occhio la vede, il corpo la desidera disperatamente, la mente non riesce a dimenticarla.
Jade da guardare, Jade da sognare, Jade da amare. Corpi intrecciati e anime avvinte.
Ovunque Jade, per sempre Jade, il suo amore senza fine.
Se questo libro fosse una poesia sarebbe "Questo amore" di Jacques Prévert, l'essenza stessa di questo romanzo straordinario e potentissimo.
***
"Le uniche cose che rimpiango disse, le sole cose che rimpiangerò sempre sono quelle che non ho fatto. Alla fin fine è solo questo che lamentiamo. I sentieri che non abbiamo percorso. Le persone che non abbiamo toccato."
"La rabbia non è che questo. Sentirsi rifiutati. Non essere tenuti stretti da qualcuno. Non essere soddisfatti. È guerra, caos e dovrei sentirmi in preda all'ira. Sono talmente stufa di me stessa. Sto ancora aspettando che la vita cominci."
"Qualche volta penso che abbiamo un'infelicità tutta per noi che ci attende. In certe storie d'amore c'è chi distrugge l'altro, però sono convinta che nel nostro caso siamo troppo innamorati per farlo, siamo troppo una stessa persona; ci distruggerà qualcosa di molto più grande di te e di me. È l'infelicità particolare dell'amore reciproco e mi spaventa da matti."
"È notte e sono solo e c'è ancora tempo, ancora un momento. Sono ritto su un lungo, nero proscenio con addosso un cerchio di luce, ed è il mio amore per te che permane. Sono fuggito o ne sono stato espulso dall'eternità, sono tornato nel tempo. Ma una volta ancora ne esco per cantare quest'aria, questa confessione, questo testamento senza fine. Le braccia mi si aprono, non per accogliere te bensì il mondo, il mistero che ci irretisce. Non c'è orchestra, né pubblico; c'è un teatro vuoto nel mezzo della notte e tutti gli orologi del mondo stanno scandendo. E adesso per l'ultima volta, Jade, non m'importa né domando se sia pazzia: io vedo il tuo volto, ti vedo, ti vedo, in ogni posto ti vedo."
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