domenica 24 aprile 2016

Io leggo perchè



 Sono una stramba lettrice imperfetta, leggo da sempre, i miei migliori amici sono i libri, straordinari respiri di carta. Leggo quando la realtà mi soffoca, le pareti della stanza si dilatano e mi inghiottono, leggo quando ho fame di parole, quando mi sento sola, quando ho bisogno di un soffio di aria pura. Sono malinconica, solitaria, lunatica, sensibile, incasinata e rompina quanto basta, coraggiosa e spaventata, fragile e forte, inquieta e smarrita. Amo il mare, non so cosa sarebbe di me in una città senza onde, mi calma e rasserena, amo la poesia, conosco la nostalgia e tutto il sapore amaro degli addii. Ne ho sulla pelle i segni e nell'anima le cicatrici. Sono un disastro quando guido, non so parcheggiare, ho un pessimo senso dell'orientamento, mi perdo là fuori e non sempre mi trovo. In passato ho alzato muri e forse lo faccio ancora, muri contro i quali si sono infranti amori, amici, sogni, illusioni. Per paura, perché so cosa si prova quando tutto va in frantumi, perché nessuno ha avuto il coraggio di abbatterli ma ha preferito voltarsi e tornare indietro. E vorrei che per una volta, una soltanto, qualcuno provasse a restare. Ho vissuto un anno duro, ho sentito la morte non più cosa estranea degli altri, ma qui intorno a me, vicina e feroce, come un animale mostruoso che ringhia, nascosto là fuori nella notte, come una ladra scaltra che ti porta via la cosa più preziosa e ho avuto paura. Ma so anche che l'amore, pelle occhi mani che si stringono, respiri che si mescolano, può darle scacco, o forse no, ma è bello crederlo. So che il tempo orologio corre veloce, rallenta, galoppa, trasforma e cancella, seminando sorrisi lacrime rughe che un attimo prima non c'erano.
Vorrei sapere dove va chi parte e se c'è un Cielo lassù, un parco giochi delle anime, dove si può fare finalmente tutto quello che si vuole davvero, dove chi non sa nuotare nuota, chi non sa volare vola, dove un tranquillo impiegato è una rockstar scatenata e tutti danzano liberi come farfalle pazze, dove mio padre è un chimico geniale che fa strambi esperimenti con Dio. O forse è un cielo capovolto, vuoto e desolato come un guscio di noce. Leggo nella mia stanza, la mia finestra sul mondo, la mia bella e terribile, angusta e rassicurante finestra sull'immenso mondo.
 
A volte mi sento come una lampadina fulminata o un oggetto nel cassetto sbagliato. E leggendo poco a poco torno nel cassetto giusto. Vorrei essere un libro di quelli che leggi fino all'alba, che non vorresti mai abbandonare, che accarezzi piano piano per non rovinare, di quelli che non si dimenticano, come un arcobaleno improvviso dopo la pioggia, non uno di quelli che dopo poche pagine vorresti buttare dalla finestra, ma di quelli che leggi e rileggi nelle notti insonni, che sfiori sorridendo con gli occhi stanchi, e ti lascia dentro qualcosa di bello o buffo, che ti strappa un sorriso e un pensiero, quel libro che non vorresti mai smettere di leggere, perché per qualche strana misteriosa ragione fa parte di te.


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