Via dalla pazza folla (Far from the Madding
Crowd) T. Hardy (1874)
In questo libro siamo ancora lontani dal cupo fatalismo
senza speranza di salvezza dei successivi romanzi di Hardy (Tess of the d’Urbervilles e Jude the Obscure) che
schiaccia inesorabilmente vite e sogni dei protagonisti, qui per la prima volta
appare un rassicurante lieto fine a ristabilire un sereno equilibrio, nonostante
la burrasca degli eventi.
Il romanzo è
ambientato nel Wessex, tra campi e fattorie, dove il tempo scorre immutabile e
lento.
Tra cieli e paesaggi naturali incantevoli si intrecciano le vicende di Bathsheba
Everdene bella, indipendente e seducente e dei tre uomini che le ruotano
intorno, che incarnano rispettivamente l’amore leale, protettivo e fedele, la passione folle che fa perdere il senno,
la seduzione scaltra e mutevole.
Intense e suggestive le descrizioni della
natura, tuttavia tra i libri di Hardy è quello che mi è piaciuto meno, forse
nutrivo aspettative troppo alte, a tratti ho trovato la traduzione faticosa e
poco scorrevole, da aggiornare forse, anche se è indubbiamente un classico che
merita di essere letto. Bellissimo e geniale il titolo del romanzo, via dalla
pazza folla e dal suo inutile chiacchiericcio verso la natura incontaminata e
il vero amore, forte, tenace e indistruttibile.
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