domenica 16 agosto 2015

La grammatica di Dio, Margherita Dolcevita, Saltatempo, Stefano Benni



Avevo letto tempo fa  Achille piè veloce, libro che mi aveva colpito molto e sull’onda dell'entusiasmo ho deciso di leggere altri libri targati Benni, che mi sono piaciuti meno, anche se lo stile di questo scrittore è sempre inconfondibile, ironia sarcastica e graffiante, buffi neologismi, personaggi molteplici e bizzarri, sfrenata fantasia.
La grammatica di Dio è una raccolta di 25 racconti brevi e scorrevoli, di facile lettura, storie “di solitudine e allegria”, dietro il sorriso ironico affiora una feroce malinconia e lo spettro terribile della solitudine e del vuoto. La risata diventa amara e l’epilogo spesso si tinge di nero.
Frate zitto è il racconto più intensamente poetico e fornisce forse la chiave di lettura dell’intero libro, altri racconti sono più scanzonati e divertenti, altri mi sono sembrati banali e a tratti noiosi.
“Infinito lo sciame degli dei, infinita la loro bellezza che vola e morde”.

Margherita Dolcevita racconta la storia di  una ragazzina sensibile e intelligente, dai capelli ricci come fusilli e il cuore un po’ difettoso che vive con la sua stramba famiglia in una casa di periferia immersa nella natura. Ma presto l’armonia sarà minacciata dall’arrivo dei misteriosi vicini, che abitano in uno strano cubo nero super tecnologico, respirano aria purificata, odiano la polvere e ogni forma di diversità e oscurano le stelle con la loro mefitica presenza.
Il libro è una critica impietosa ai mali che affliggono la società contemporanea, dal consumismo, all’inquinamento, al traffico di armi, all’omologazione dei cervelli.
Divertente e malinconico, si legge in poche ore e lascia con il fiato sospeso fino all’imprevedibile finale.

Saltatempo grazie a un orobilogio dono di una strampalata divinità, riesce a “saltare nel tempo”, prevedendo eventi futuri, dialogando con la madre scomparsa e molto altro ancora. Il libro racconta la sua storia dall’infanzia tra i boschi con il padre fino agli anni del liceo, i primi amori, la lotta studentesca, sullo sfondo il 68 e i drammatici avvenimenti che sconvolgono la tranquillità di un paese immerso nella natura.
Anche qui è evidente una critica profonda verso chi distrugge per soldi e interesse gli equilibri della natura, portando corruzione e morte,  una forte accusa a un sistema politico corrotto segnato da mal governo e ingiustizia. Seguiamo negli anni le avventure del protagonista e dei suoi amici tra sorrisi e lacrime, disillusione e amarezza.
Una scrittura piacevole, fantasiosa e arguta volta  alla riflessione critica intelligente.
 


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