sabato 4 luglio 2015

I miei piccoli dispiaceri



I miei piccoli dispiaceri, Miriam Toews

“I libri sono quello che ci salva. I libri sono quello che non ci salva.”

Uno dei legami più profondi e indissolubili è quello che si crea tra sorelle, un legame indistruttibile fatto di amore, complicità, tenerezza, litigi, incomprensioni, affetto puro e assoluto.
Una sorella con cui giocare da bambina, combinare disastri da adolescente, alla quale racconti  tutto ma proprio tutto perché sai che è tua complice, che mai e poi mai ti giudicherà, la tua migliore amica, quella che ti mancherà quando la vita prenderà inevitabilmente strade diverse, il tuo specchio, l’altra te.
Questo libro racconta la storia di una famiglia, ma soprattutto di due sorelle, diverse come il sole e la luna, legate indissolubilmente. Elf e Yoli. Elf  dai capelli neri, dalla risata scoppiettante “una sfida al mondo perché venisse a prenderla se ne aveva il coraggio”, la pianista geniale che commuove con la sua musica struggente, appassionata e ribelle, fragile, inquieta, che sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla vita, Elf che ama la poesia, sfida le regole della rigida comunità mennonita nella quale vive, che vuole morire. 
 Yoli incasinata tra figli, ex mariti, divorzio in corso, che si porta dietro in un sacchetto il suo romanzo che prima o poi concluderà, che ama la vita e non si arrende, che lotta con tutte le sue forze affinché Elf viva.
E poi quella richiesta assurda e feroce, che annienta chi ti ama. Questo libro affronta con brio e ironia tematiche drammatiche, il male di vivere, la fatica e l’ansia del quotidiano, l’ombra buia  che vela un'esistenza apparentemente perfetta, la solitudine, l’impulso distruttivo che si annida spesso in fondo all’anima.
Ma soprattutto parla di vita, di amore, di  legami fortissimi, delle piccole grandi cose che compongono l’esistenza umana.
Un libro tenero ed emozionante, che ti strappa un sorriso e qualche lacrima, un libro attraverso il quale la scrittrice racconta un dolore che le è  familiare, la scelta estrema del padre e della sorella, esorcizzandolo attraverso la sua limpida scrittura.

“Elf mi dice che dentro di sè ha un pianoforte di vetro. Ed è terrorizzata all’idea che possa rompersi. Non può permettersi che si rompa. Mi dice che è schiacciato sotto la parte destra del suo stomaco, che a tratti sente gli spigoli duri premerle contro la pelle, che teme possa trafiggerla, e di morire dissanguata. Ma più di tutto la terrorizza l’idea che si possa rompere dentro di lei. Quando sente il rumore delle bottiglie gettate nel camion dei rifiuti, o uno scacciapensieri o perfino un certo tipo di uccelli cantare pensa immediatamente che sia il piano che si sta rompendo. Stamattina ho sentito una bambina ridere, dice, una ragazzina venuta a trovare suo padre, ma non sapevo fosse una risata, ho pensato a un rumore di vetro infranto e mi sono presa la pancia tra le mani pensando oh no, ci siamo”.

“Molti dei miei personaggi sono in cerca della libertà in un modo o nell’altro. Di solito è la semplice libertà da un controllo esterno che diventa poi il veicolo per orizzonti più ampi e lontani... Entrambi, la vita e il viaggio, richiedono fede, curiosità, coraggio e un intenso desiderio di essere liberi. Liberi dalla tirannia, dal potere senza autorevolezza, dalla meschinità di certi adulti, dalle convenzioni sociali e dalle nostre stesse paure e ansie”
 
(Miriam Toews)

 

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