I miei piccoli dispiaceri, Miriam Toews
“I libri sono quello che ci salva. I libri sono quello che
non ci salva.”
Uno dei legami più profondi e indissolubili è quello che si
crea tra sorelle, un legame indistruttibile fatto di
amore, complicità, tenerezza, litigi, incomprensioni, affetto puro e assoluto.
Una sorella con cui giocare da bambina, combinare disastri
da adolescente, alla quale racconti
tutto ma proprio tutto perché sai che è tua complice, che mai e poi mai
ti giudicherà, la tua migliore amica, quella che ti mancherà quando la vita
prenderà inevitabilmente strade diverse, il tuo specchio, l’altra te.
Questo libro racconta la storia di una famiglia, ma
soprattutto di due sorelle, diverse come il sole e la luna, legate
indissolubilmente. Elf e Yoli. Elf dai
capelli neri, dalla risata scoppiettante “una sfida al mondo perché venisse a
prenderla se ne aveva il coraggio”, la pianista geniale che commuove con la sua musica struggente, appassionata e ribelle,
fragile, inquieta, che sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla
vita, Elf che ama la poesia, sfida le regole della rigida comunità mennonita
nella quale vive, che vuole morire.
Yoli incasinata tra figli, ex mariti,
divorzio in corso, che si porta dietro in un sacchetto il suo romanzo che prima
o poi concluderà, che ama la vita e non si arrende, che lotta con tutte le sue
forze affinché Elf viva.
E poi quella richiesta assurda e feroce, che annienta
chi ti ama. Questo libro affronta con brio e ironia tematiche drammatiche, il
male di vivere, la fatica e l’ansia del quotidiano, l’ombra buia che vela un'esistenza apparentemente perfetta,
la solitudine, l’impulso distruttivo che si annida spesso in fondo all’anima.
Ma
soprattutto parla di vita, di amore, di
legami fortissimi, delle piccole grandi cose che compongono l’esistenza
umana.
Un libro tenero ed emozionante, che ti strappa un sorriso e
qualche lacrima, un libro attraverso il quale la scrittrice racconta un dolore
che le è familiare, la scelta estrema
del padre e della sorella, esorcizzandolo attraverso la sua limpida scrittura.
“Elf mi dice che dentro di sè ha un pianoforte di vetro. Ed
è terrorizzata all’idea che possa rompersi. Non può permettersi che si rompa.
Mi dice che è schiacciato sotto la parte destra del suo stomaco, che a tratti
sente gli spigoli duri premerle contro la pelle, che teme possa trafiggerla, e
di morire dissanguata. Ma più di tutto la terrorizza l’idea che si possa rompere
dentro di lei. Quando sente il rumore delle bottiglie gettate nel camion dei
rifiuti, o uno scacciapensieri o perfino un certo tipo di uccelli cantare pensa
immediatamente che sia il piano che si sta rompendo. Stamattina ho sentito una
bambina ridere, dice, una ragazzina venuta a trovare suo padre, ma non sapevo
fosse una risata, ho pensato a un rumore di vetro infranto e mi sono presa la
pancia tra le mani pensando oh no, ci siamo”.
“Molti dei miei personaggi sono in cerca della libertà in un
modo o nell’altro. Di solito è la semplice libertà da un controllo esterno che
diventa poi il veicolo per orizzonti più ampi e lontani... Entrambi, la vita e
il viaggio, richiedono fede, curiosità, coraggio e un intenso desiderio di
essere liberi. Liberi dalla tirannia, dal potere senza autorevolezza, dalla
meschinità di certi adulti, dalle convenzioni sociali e dalle nostre stesse
paure e ansie”
(Miriam Toews)
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