sabato 20 ottobre 2018

Second Hand. Una storia d'amore

Second Hand. Una storia d'amore, Michael Zadoorian
"Trovare un nuovo impiego per un oggetto abbandonato è un gesto di purezza cristallina."
Richard vive in una piccola e triste città alla periferia di Detroit, la sua vita è scandita da ritmi sempre uguali e confortanti abitudini, ama la ripetitività banale e rassicurante del quotidiano.
Ha un negozio di oggetti usati, di seconda mano, è uno "junker", un cacciatore di cianfrusaglie scovate nei mercatini, nelle svendite per sgombero di case private o garage, nell'Esercito della Salvezza.
Un lavoro, un hobby, un'ossessione, una passione, una filosofia di vita.
Poltrone, bicchieri, orologi da cucina, lampade, riviste, divani, tavolini, una miriade di oggetti strambi ed eccentrici. Attraverso questi oggetti polverosi e fuori moda appartenuti ad altre persone (morte o finite in casa di riposo) e ad altre epoche (i gloriosi e ruggenti anni cinquanta, sessanta, settanta, ottanta) riesce a entrare in contatto con il loro passato, stabilendo un legame segreto, qualcosa delle storie, del vissuto di quelle persone rimane intrappolato in quelle cose di cui non può fare a meno. In ogni oggetto che tocchiamo e che ci appartiene, che abbiamo sentito davvero nostro in quel momento della nostra vita rimane qualcosa di noi, una scintilla, un'illuminazione che si trasmette a chi entrerà in contatto dopo di noi con quell'oggetto per hobby o pura e semplice follia.
Vecchie radio, sedie colorate, tazze, sveglie, cucchiaini, fermacravatte tutto può essere epifania e istante di pura illuminazione. Sono i "momenti junk", vere e proprie tempeste emozionali che possono travolgere e sconvolgere all'improvviso, mescolando passato e presente. Così magari un vecchio libro di ricette può farti piangere per ore senza ritegno o quel giocattolo polveroso che tanto ricorda l'infanzia perduta deve essere tuo a tutti i costi.
Richard è un ragazzo solitario, sensibile, ironico, vive protetto nel suo mondo di oggetti rigorosamente di seconda mano che riempiono casa e negozio. Detesta le cose nuove, sono noiose, "non hanno storia, non vibrano". Attraverso le cose possedute dai genitori ormai scomparsi scoprirà cose inedite sul passato dei suoi, che non avrebbe mai sospettato. Il passato getta nuova luce sull'incerto presente. Ama la rassicurante routine quotidiana ma un bel giorno tutto questo si incrina. La perdita della madre e l'incontro con Theresa mandano di colpo in frantumi il suo bozzolo rassicurante.
Richard e Theresa, due solitudini che si incontrano e si sfiorano.
Theresa è una ragazza misteriosa, lunatica, inquieta, irrisolta, lavora in un rifugio per animali abbandonati, è tormentata da brutti incubi, ama i gatti, gli scheletri e gli oggetti usati, è una "dea delle cianfrusaglie". Pallida, tormentata, a tratti dura ma molto fragile. Tra i due è subito passione travolgente ma anche tremendo casino, quando due pianeti opposti entrano in rotta di collisione.
Un libro ironico e divertente che si legge rapidamente, che nasconde però dietro l'apparente leggerezza una profonda malinconia e inquietudine. Una scrittura semplice e diretta che racconta la perdita di chi amiamo, il tempo che scorre inesorabile, l'amore in tutte le sue forme che non è sempre tranquillo e sereno, ma è fatto spesso di scontri, burrasche, paure, scelte difficili che logorano dentro, ma anche crescita, casino tremendo e bellissimo per andare avanti appoggiandosi all'altro per superare i momenti bui.
Un libro tenero, profondo e originale che sa regalare riflessioni intense sulla vita e la morte dietro l'apparente semplicità.
 
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"Personalmente, trovo che le cose nuove siano noiose. Non hanno storia, non vibrano. Mi sento più a mio agio con le cianfrusaglie, la roba di seconda mano. La parola stessa è rivelatrice: altre mani hanno toccato quell'oggetto. Pensate a tutte le cose che tocchiamo ogni giorno, ai milioni di piccoli legami che tengono insieme le nostre vite (...) E se davvero tutte quelle cose assorbissero una minuscola scintilla di voi, come se il grasso sulle vostre dita contenesse l'essenza della vostra anima? Allora pensate a tutte le cose che avete posseduto, a tutto ciò che vi è passato tra le mani. Dove saranno finite, quelle cose? Pensate ai milioni di altre vite che avete sfiorato attraverso le cose che avete posseduto, e che portano la vostra essenza. Incredibile, vero?
Oh, merda. Avete ragione. La maggior parte di quelle cose è quasi di sicuro in una discarica in New Jersey. Ma sono convinto che quando possiedi qualcosa che è appartenuto a un'altra persona, stabilisci un contatto segreto con lei, con il suo passato. E' un modo per toccare una persona, senza incasinarsi con i sentimenti.
Ecco cosa rappresentano gli oggetti di seconda mano, per me. Ma ovviamente ci sarà sempre gente che si domanderà solo se quelle mani fossero lavate come si deve."
 
"Avete mai fatto caso che più una persona invecchia, più grande diventa la sua automobile? E' come se il numero di anni trascorsi sulla Terra fosse direttamente proporzionale ai metri quadri di lamiera. Ho una teoria, in merito. Più si invecchia, più roba si possiede. Perché? Perché le cose ci proteggono. Sono una zavorra, una specie di sistema di resistenza passiva alla mortalità."
 
"Noi che lavoriamo con le cianfrusaglie, raccogliamo cose belle e cose brutte, cose bizzarre e cose eleganti, cose di valore e cose inutili, e a volte ci dimentichiamo la differenza, o facciamo finta di non saperla. Lo facciamo, be'... perché non dovremmo? Ne abbiamo facoltà. I junker sanno che ognuno ha il diritto di attribuire alle cose il valore che vuole, che non siamo tenuti ad amare le cose che ci dicono di amare, e che è bello amare ciò che non sembra avere alcun valore.
Quello che so, tutto ciò che so, è che questo è uno dei miei momenti, e che le nostre vite sono scandite da momenti come questo, qualche secondo qua e là, istantanee che solo noi vediamo e ricordiamo, nel modo in cui solo noi le possiamo ricordare. Sono questi momenti ciò che portiamo con noi, ciò che si stacca dai nostri polpastrelli, ciò che le persone e le cose che tocchiamo assorbono. E' ciò che portiamo con noi fino alla morte, sono i veri oggetti della nostra vita, i nostri resti, le nostre cianfrusaglie."

 

 

 



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