La luna e sei soldi, Maugham
Abbandonare tutto per il sacro fuoco dell'arte, una sorta di biografia fantasiosa (romanzata) di Gauguin, tra arte e ribellione, genio e sregolatezza. Un uomo dal sorriso sardonico, cinico e indifferente alle opinioni altrui, a tratti odioso, una vita di miseria e privazioni, che alla fine riesce a trovare la bellezza e a catturarla per sempre sulla tela.
Uno dei libri più belli letti di recente, meravigliose e incisive le descrizioni dei dipinti e della lussureggiante Tahiti, una scrittura immaginifica, viva, sinestetica.
Abbandonare tutto per il sacro fuoco dell'arte, una sorta di biografia fantasiosa (romanzata) di Gauguin, tra arte e ribellione, genio e sregolatezza. Un uomo dal sorriso sardonico, cinico e indifferente alle opinioni altrui, a tratti odioso, una vita di miseria e privazioni, che alla fine riesce a trovare la bellezza e a catturarla per sempre sulla tela.
Uno dei libri più belli letti di recente, meravigliose e incisive le descrizioni dei dipinti e della lussureggiante Tahiti, una scrittura immaginifica, viva, sinestetica.
"La bellezza è qualcosa di strano e meraviglioso che l'artista plasma dal caos del mondo nel tormento della sua anima. Per riconoscerla devi ripetere l'avventura dell'artista. E' una melodia quella che lui ti canta, e per riudirla in cuor tuo ti occorre esperienza, sensibilità e immaginazione."
"Non è difficile essere anticonformisti agli occhi del mondo quando il tuo anticonformismo non è che il conformismo della tua cerchia."
"I colori erano così strani che le parole difficilmente possono rendere l'emozione inquietante che provocavano. C'erano cupi azzurri, opachi come una coppa di lapislazzulo delicatamente intagliata, eppure con tremolii luminescenti che suggerivano il palpitare di una vita misteriosa; c'erano violetti, orribili come marciume di carne viva, eppure intrisi di un'ardente sensualità, c'erano rossi squillanti, c'erano gialli intensi che morivano con furia innaturale in un verde fragrante come la primavera e puro come l'acqua di una sorgente montana"(...)
"Qual era il soggetto?" domandai.
"Non lo so bene. Era strano e fantastico. Una visione degli inizi del mondo, del paradiso terrestre, un inno alla bellezza della forma umana, maschile e femminile, l'esaltazione della natura, sublime, indifferente, incantevole e crudele. Ti dava un senso arcano dell'immensità dello spazio e dell'infinità del tempo. Vi erano dipinti alberi che ho davanti agli occhi ogni giorno, cocchi, banani, poinciane, avocadi, ma da allora li ho visti in modo diverso, come se ci fosse in essi uno spirito e un mistero che sono sempre sul punto di cogliere e che sempre mi sfugge. I colori erano colori a me familiari e tuttavia differenti. Avevano un significato loro proprio. E quegli uomini e donne nudi. Erano parte della terra, dell'argilla con cui sono stati creati, e al tempo stesso avevano qualcosa di divino. Vedevi l'uomo nella nudità dei suoi istinti primordiali, e ti faceva paura perché vedevi ti stesso.
"Non è difficile essere anticonformisti agli occhi del mondo quando il tuo anticonformismo non è che il conformismo della tua cerchia."
"I colori erano così strani che le parole difficilmente possono rendere l'emozione inquietante che provocavano. C'erano cupi azzurri, opachi come una coppa di lapislazzulo delicatamente intagliata, eppure con tremolii luminescenti che suggerivano il palpitare di una vita misteriosa; c'erano violetti, orribili come marciume di carne viva, eppure intrisi di un'ardente sensualità, c'erano rossi squillanti, c'erano gialli intensi che morivano con furia innaturale in un verde fragrante come la primavera e puro come l'acqua di una sorgente montana"(...)
"Qual era il soggetto?" domandai.
"Non lo so bene. Era strano e fantastico. Una visione degli inizi del mondo, del paradiso terrestre, un inno alla bellezza della forma umana, maschile e femminile, l'esaltazione della natura, sublime, indifferente, incantevole e crudele. Ti dava un senso arcano dell'immensità dello spazio e dell'infinità del tempo. Vi erano dipinti alberi che ho davanti agli occhi ogni giorno, cocchi, banani, poinciane, avocadi, ma da allora li ho visti in modo diverso, come se ci fosse in essi uno spirito e un mistero che sono sempre sul punto di cogliere e che sempre mi sfugge. I colori erano colori a me familiari e tuttavia differenti. Avevano un significato loro proprio. E quegli uomini e donne nudi. Erano parte della terra, dell'argilla con cui sono stati creati, e al tempo stesso avevano qualcosa di divino. Vedevi l'uomo nella nudità dei suoi istinti primordiali, e ti faceva paura perché vedevi ti stesso.
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