Madonna col cappotto di pelliccia, Sabahattin Ali
A volte nel cuore di un uomo possono celarsi tesori sepolti dal tempo e insospettabili segreti, se soltanto si ha il coraggio di avvicinarsi e ascoltare.
Lo sa bene il giovane impiegato neoassunto, acuto osservatore del suo impassibile collega di lavoro, vicino di scrivania e poco a poco buon amico.
Raif Effendi è un modesto e umile traduttore dal tedesco, vive ad Ankara negli anni Trenta, un uomo taciturno, riservato, introverso, gentile e paziente con i suoi colleghi e familiari, che non perdono occasione per maltrattarlo e deriderlo.
Un uomo di salute cagionevole, che ama la solitudine, il colloquio silenzioso con la propria anima, un uomo i cui pensieri vagano lontano nella notte, notte fredda e buia, di vento e neve.
Un uomo che a un certo punto, a seguito di un incontro del tutto casuale, decide di confidare i propri pensieri e tormenti interiori che non gli danno tregua a un foglio di carta, un semplice taccuino nero che custodisce gelosamente nel cassetto della scrivania e che ogni tanto rilegge assorto, estraniato dal mondo, dimentico di tutto, in perfetta beatitudine.
Quest'uomo mediocre e insulso, ignorato da tutti, modesto e dimesso, un uomo che non sembra provare più alcun interesse per la vita, una vita insignificante che non gli appartiene e in cui non si riconosce, una gabbia insopportabile e opprimente, in un tempo lontano ha vissuto un'intensa e appassionante storia d'amore, durata pochi mesi, mesi di vita autentica, contro gli anni vuoti e inutili che sarebbero seguiti.
Dieci anni prima viene mandato dal padre a Berlino per apprendere i segreti della produzione del sapone, vaga per la città, perso nei suoi amati libri e nei musei, nel suo smisurato universo interiore.
È un sognatore, timido, chiuso in se stesso, un giorno si imbatte in un dipinto che cattura da subito la sua attenzione, dipinto che stravolgerà la sua vita.
L'autoritratto di una splendida donna dagli occhi neri e dai capelli scuri, un viso pallido dall'espressione forte e altera, innocente e determinata, malinconica e disincantata, avvolta in un cappotto di pelliccia.
Raif rimane stregato da quel dipinto, che gli ricorda la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto, ogni giorno torna alla mostra e si perde nella contemplazione del quadro, finché in una sera fredda e ventosa incontra per strada una donna identica a quella raffigurata nel dipinto, Maria Puder la pittrice.
Bella, selvaggia, indipendente, libera, la donna della sua vita.
Tra i due nasce un'affettuosa amicizia, una comunione di idee e pensieri e una forte attrazione, che potrebbe essere l'inizio o la fine di tutto per la capricciosa Maria.
Un romanzo avvincente e appassionante che con uno stile essenziale, diretto e piano racconta l'amore tra due anime affini, tormento ed estasi, desiderio e inquietudine ma anche la forza dell'arte, la bellezza della natura, i misteri celati nel cuore di un uomo, una vita vissuta per pochi fugaci istanti e poi un lento sopravvivere tra tedio e oblio, stanca rassegnazione e malinconico rimpianto.
Il romanzo fu pubblicato nel 1943, lo scrittore, uno dei massimi esponenti della letteratura turca, fu ucciso nel 1948 al confine con la Bulgaria, mentre cercava di raggiungere l'Europa, pagando con la vita la sua ideologia politica in opposizione al regime turco.
Lo sa bene il giovane impiegato neoassunto, acuto osservatore del suo impassibile collega di lavoro, vicino di scrivania e poco a poco buon amico.
Raif Effendi è un modesto e umile traduttore dal tedesco, vive ad Ankara negli anni Trenta, un uomo taciturno, riservato, introverso, gentile e paziente con i suoi colleghi e familiari, che non perdono occasione per maltrattarlo e deriderlo.
Un uomo di salute cagionevole, che ama la solitudine, il colloquio silenzioso con la propria anima, un uomo i cui pensieri vagano lontano nella notte, notte fredda e buia, di vento e neve.
Un uomo che a un certo punto, a seguito di un incontro del tutto casuale, decide di confidare i propri pensieri e tormenti interiori che non gli danno tregua a un foglio di carta, un semplice taccuino nero che custodisce gelosamente nel cassetto della scrivania e che ogni tanto rilegge assorto, estraniato dal mondo, dimentico di tutto, in perfetta beatitudine.
Quest'uomo mediocre e insulso, ignorato da tutti, modesto e dimesso, un uomo che non sembra provare più alcun interesse per la vita, una vita insignificante che non gli appartiene e in cui non si riconosce, una gabbia insopportabile e opprimente, in un tempo lontano ha vissuto un'intensa e appassionante storia d'amore, durata pochi mesi, mesi di vita autentica, contro gli anni vuoti e inutili che sarebbero seguiti.
Dieci anni prima viene mandato dal padre a Berlino per apprendere i segreti della produzione del sapone, vaga per la città, perso nei suoi amati libri e nei musei, nel suo smisurato universo interiore.
È un sognatore, timido, chiuso in se stesso, un giorno si imbatte in un dipinto che cattura da subito la sua attenzione, dipinto che stravolgerà la sua vita.
L'autoritratto di una splendida donna dagli occhi neri e dai capelli scuri, un viso pallido dall'espressione forte e altera, innocente e determinata, malinconica e disincantata, avvolta in un cappotto di pelliccia.
Raif rimane stregato da quel dipinto, che gli ricorda la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto, ogni giorno torna alla mostra e si perde nella contemplazione del quadro, finché in una sera fredda e ventosa incontra per strada una donna identica a quella raffigurata nel dipinto, Maria Puder la pittrice.
Bella, selvaggia, indipendente, libera, la donna della sua vita.
Tra i due nasce un'affettuosa amicizia, una comunione di idee e pensieri e una forte attrazione, che potrebbe essere l'inizio o la fine di tutto per la capricciosa Maria.
Un romanzo avvincente e appassionante che con uno stile essenziale, diretto e piano racconta l'amore tra due anime affini, tormento ed estasi, desiderio e inquietudine ma anche la forza dell'arte, la bellezza della natura, i misteri celati nel cuore di un uomo, una vita vissuta per pochi fugaci istanti e poi un lento sopravvivere tra tedio e oblio, stanca rassegnazione e malinconico rimpianto.
Il romanzo fu pubblicato nel 1943, lo scrittore, uno dei massimi esponenti della letteratura turca, fu ucciso nel 1948 al confine con la Bulgaria, mentre cercava di raggiungere l'Europa, pagando con la vita la sua ideologia politica in opposizione al regime turco.
***
"Tenga bene a mente una cosa: il giorno che lei vorrà qualcosa da me, sarà tutto finito. Niente, capito? Niente..."
Sembrava quasi che avesse litigato con un nemico indefinito, mentre la sua voce si faceva più rabbiosa: "Sa perché la odio? Lei e tutti gli uomini del mondo? Perché pretendete troppo, quasi fosse un diritto naturale... Non fraintenda le mie parole, queste richieste non devono essere espresse necessariamente a voce... È il modo in cui voi uomini ci guardate, ci sorridete. Il modo come alzate le mani. In poche parole è il modo in cui ci trattate che... Bisogna essere ciechi per non vedere quanta stupida fiducia riponete in voi stessi. E per scoprire la portata di questo orgoglio arrogante basta vedere la reazione di voi uomini, quando noi donne non soddisfiamo una vostra richiesta. Voi uomini siete dei cacciatori e noi le vostre misere prede.
Non riuscite a rinunciare a questo cliché. E il nostro compito? Noi dobbiamo piegarci alla vostra volontà, obbedire e darvi ciò che desiderate... Ma noi non possiamo pretendere, non possiamo agire di nostra iniziativa... È rivoltante questo arrogante orgoglio maschile. Capisce quello che sto dicendo? E' per questo che noi due potremmo diventare buoni amici. Perché non c'è traccia in lei di questo assurdo orgoglio maschile... Ma non so... Anche quando ha un agnello tra i denti un lupo può nascondere la selvaggina dietro il sorriso..."
"Tenga bene a mente una cosa: il giorno che lei vorrà qualcosa da me, sarà tutto finito. Niente, capito? Niente..."
Sembrava quasi che avesse litigato con un nemico indefinito, mentre la sua voce si faceva più rabbiosa: "Sa perché la odio? Lei e tutti gli uomini del mondo? Perché pretendete troppo, quasi fosse un diritto naturale... Non fraintenda le mie parole, queste richieste non devono essere espresse necessariamente a voce... È il modo in cui voi uomini ci guardate, ci sorridete. Il modo come alzate le mani. In poche parole è il modo in cui ci trattate che... Bisogna essere ciechi per non vedere quanta stupida fiducia riponete in voi stessi. E per scoprire la portata di questo orgoglio arrogante basta vedere la reazione di voi uomini, quando noi donne non soddisfiamo una vostra richiesta. Voi uomini siete dei cacciatori e noi le vostre misere prede.
Non riuscite a rinunciare a questo cliché. E il nostro compito? Noi dobbiamo piegarci alla vostra volontà, obbedire e darvi ciò che desiderate... Ma noi non possiamo pretendere, non possiamo agire di nostra iniziativa... È rivoltante questo arrogante orgoglio maschile. Capisce quello che sto dicendo? E' per questo che noi due potremmo diventare buoni amici. Perché non c'è traccia in lei di questo assurdo orgoglio maschile... Ma non so... Anche quando ha un agnello tra i denti un lupo può nascondere la selvaggina dietro il sorriso..."
"Per me l'amore è altro!", disse. " È qualcosa che trascende ogni logica, un sentimento indescrivibile, dalla natura imperscrutabile. Una cosa è amare qualcuno, provare attrazione, un'altra essere consumato, anima e corpo, dal desiderio. L'amore è questo desiderio... Una brama irresistibile!"
"Lasciati andare, spogliamoci di noi stessi, solo per questa notte. Fai finta che non siamo più noi! Siamo solo due dei tanti ospiti che affollano questa sala. Guardati intorno: pensi che queste persone siano veramente come sembrano? Lascia che ti dica quello che non voglio: essere diversa dagli altri con la pretesa di essere l'unica con un cervello e dei buoni sentimenti. Ho voglia di bere e divertirmi!"
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