La signora Berta Garlan, Arthur Schnitzler
Berta è una giovane donna, vedova di un uomo che non ha mai amato per il quale nutriva soltanto affetto e riconoscenza, ha un bambino piccolo che adora, vive in una tranquilla città di provincia, lontana dalla caotica e multiforme Vienna.
La sua vita è scandita da una routine tranquilla, monotona e noiosa, le visite ai parenti, le lezioni di pianoforte che impartisce per vivere dignitosamente, le passeggiate al cimitero lungo la strada polverosa e assolata, anche se il dolore di un tempo è ormai svanito. Un'esistenza quieta e tranquilla la sua, ma a volte si sente pervasa da una strana insoddisfazione e inquietudine, dall'amarezza per i sogni giovanili infranti, costretta dalla famiglia ad abbandonare il conservatorio e gli studi di pianoforte e anche quel giovane ragazzo pieno di talento, Emil, divenuto poi un famoso violinista, che ha profondamente amato e di cui conserva gelosamente il ricordo di un bacio casto e appassionato.
La vita nella piccola città di provincia la soffoca, le banali chiacchiere vuote la stordiscono. Uno strano torpore la invade, il tempo che scorre lento e inesorabile, la malinconia per la propria vita invissuta, avvolta da una coltre grigia e opprimente.
Sarà proprio l'incontro con il suo amore perduto di gioventù a sconvolgere la monotonia dei suoi giorni, Berta scoprirà una parte di sé sconosciuta, si immergerà nella tumultuosa Vienna, rapita dalla passione e dal desiderio sensuale, quel desiderio sopito per anni e che ora emerge con forza.
Ma ben presto i suoi sogni si scontreranno con la dura realtà, il suo amore tenero e appassionato si rivelerà essere soltanto la passione fugace di una notte per un uomo che in realtà non conosce davvero, famoso violinista ma uomo piccolo e meschino.
Le sue vicende sentimentali si intrecceranno a quelle dei coniugi Rupius, la bella Anna, misteriosa e incantevole e lo sfortunato signor Rupius con i suoi grandi occhi malinconici, un uomo rimasto invalido, precocemente invecchiato sotto il peso della malattia e della solitudine.
In questo breve romanzo con una scrittura limpida e diretta lo scrittore mette in luce le contraddizioni e le ipocrisie della società piccolo borghese dei primi del novecento, il tumulto che agita il cuore di una donna onesta e sensibile, i suoi desideri irrealizzabili, i sogni sfioriti e infine la malinconica attesa, quieta, silenziosa e inesorabile di quello che non avverrà mai.
La sua vita è scandita da una routine tranquilla, monotona e noiosa, le visite ai parenti, le lezioni di pianoforte che impartisce per vivere dignitosamente, le passeggiate al cimitero lungo la strada polverosa e assolata, anche se il dolore di un tempo è ormai svanito. Un'esistenza quieta e tranquilla la sua, ma a volte si sente pervasa da una strana insoddisfazione e inquietudine, dall'amarezza per i sogni giovanili infranti, costretta dalla famiglia ad abbandonare il conservatorio e gli studi di pianoforte e anche quel giovane ragazzo pieno di talento, Emil, divenuto poi un famoso violinista, che ha profondamente amato e di cui conserva gelosamente il ricordo di un bacio casto e appassionato.
La vita nella piccola città di provincia la soffoca, le banali chiacchiere vuote la stordiscono. Uno strano torpore la invade, il tempo che scorre lento e inesorabile, la malinconia per la propria vita invissuta, avvolta da una coltre grigia e opprimente.
Sarà proprio l'incontro con il suo amore perduto di gioventù a sconvolgere la monotonia dei suoi giorni, Berta scoprirà una parte di sé sconosciuta, si immergerà nella tumultuosa Vienna, rapita dalla passione e dal desiderio sensuale, quel desiderio sopito per anni e che ora emerge con forza.
Ma ben presto i suoi sogni si scontreranno con la dura realtà, il suo amore tenero e appassionato si rivelerà essere soltanto la passione fugace di una notte per un uomo che in realtà non conosce davvero, famoso violinista ma uomo piccolo e meschino.
Le sue vicende sentimentali si intrecceranno a quelle dei coniugi Rupius, la bella Anna, misteriosa e incantevole e lo sfortunato signor Rupius con i suoi grandi occhi malinconici, un uomo rimasto invalido, precocemente invecchiato sotto il peso della malattia e della solitudine.
In questo breve romanzo con una scrittura limpida e diretta lo scrittore mette in luce le contraddizioni e le ipocrisie della società piccolo borghese dei primi del novecento, il tumulto che agita il cuore di una donna onesta e sensibile, i suoi desideri irrealizzabili, i sogni sfioriti e infine la malinconica attesa, quieta, silenziosa e inesorabile di quello che non avverrà mai.
"Vorrebbe che qualcuno le sedesse adesso a fianco, tenendola stretta sotto braccio, vorrebbe provar di nuovo la sensazione d'allora, quando si era trovata con Emil sulla sponda del Danubio e i sensi quasi l'avevano abbandonata e aveva bramato ardentemente un figlio... Ah, perché è così sola, così povera, così perduta nel buio? Vorrebbe supplicare l'amato della sua giovinezza: baciami ancora una volta come allora, voglio essere felice!
Si è fatto buio, Berta fissa lo sguardo nella notte."
Si è fatto buio, Berta fissa lo sguardo nella notte."
Nessun commento:
Posta un commento