lunedì 4 marzo 2019

Doppio sogno


Doppio sogno, Arthur Schnitzler
"E nessun sogno è totalmente sogno."
Nella Vienna dei primi del 900 si muovono i protagonisti di questo intenso romanzo, dove il sogno diventa tremendamente reale e la realtà sfuma nel mondo onirico.
Sogno e realtà si intrecciano e confondono continuamente nel corso della narrazione, svelando le pulsioni più profonde dell'inconscio, desideri torbidi e oscuri, passioni segrete e misteriose.
Fridolin e Albertine sono una coppia giovane, affiatata e mondana, medico affermato lui, bellissima donna lei, una figlia che amano intensamente, una vita agiata e apparentemente serena. Ma sotto questa tranquillità si agitano pulsioni segrete e desideri inconfessabili.
Una sera dopo aver messo a letto la loro amata bambina riprendono la conversazione interrotta poco prima. Rievocando gli incontri della serata precedente, un ballo in maschera, due figure in domino rosso e un uomo ambiguo, si scambiano "domande innocue eppure insidiose, risposte maliziose e ambigue". Complici in questo gioco della verità, sottile, innocente e perverso, ben presto si raccontano episodi oscuri e segreti del recente passato, avvenuti durante l'ultima vacanza in Danimarca.
Albertine confesserà candidamente al marito l'attrazione irresistibile provata per un uomo sconosciuto, affascinante ed enigmatico, per cui avrebbe abbandonato su due piedi marito, figlia, tetto coniugale. E lo stesso Fridolin ammette di essere rimasto colpito dall'incontro in spiaggia con una ragazza quindicenne dai lunghi capelli biondi e dalla sguardo scintillante.
Fridolin rimane profondamente turbato dalla confessione della moglie, ben presto viene chiamato al capezzale di un paziente, esce di casa e si perde nella notte viennese.
Cova in lui uno strano risentimento, un oscuro desiderio di vendetta e rivalsa per il tradimento irreale desiderato dalla moglie.
È una notte calda, ventosa, la neve si sta sciogliendo, ben presto la notte lo inghiotte, notte di caffè, prostitute e vicoli bui, di uomini che esalano l'ultimo respiro.
Una notte di occasioni mancate, sfumate per un soffio, una notte di avventure inquietanti e seducenti, una notte irreale, quasi un sogno ad occhi aperti.
La confessione d'amore di Marianne, la figlia del paziente deceduto, uno studente ubriaco che risveglia le sue paure ancestrali, le lusinghe di Mizzi, giovane prostituta e infine l'incontro con Nachtigall un suo vecchio amico dei tempi universitari, pianista bizzarro e di talento. Sarà proprio quest'ultimo a introdurlo a una festa in costume segreta e misteriosa, dove lui suonerà bendato, a cui si accede con una parola d'ordine.
Danimarca, terra di confine tra sogno e realtà, desiderio e mistero.
Fridolin eccitato, col viso coperto da una maschera, riesce a entrare alla festa, dove uomini mascherati e bellissime donne nude ballano danze sensuali.
Ma ben presto verrà riconosciuto come intruso e minacciato di morte, riuscirà a salvarsi soltanto grazie all'intercessione di una donna dai lunghi capelli castani che si offrirà di riscattarlo, sacrificando se stessa in cambio della sua incolumità.
Ancora una volta il suo desiderio rimane inappagato, di nuovo vagabondo solitario nella notte torna finalmente a casa, rifugio rassicurante e sicuro, qui però lo attende lo sconvolgente e inquietante sogno di Albertine, che ghigna nel sonno e sorride, quasi irriconoscibile. Un sogno perverso di tradimento, sacrificio e passione sensuale.
Ancora una volta l'inconscio svela le pulsioni più profonde dell'io, quei desideri inconfessabili alla luce del sole che prendono vita al calar delle tenebre.
Chi è Albertine questa donna crudele, traditrici ed estranea? Fridolin sente che ormai li separa una distanza abissale, una "spada" tra nemici mortali.
L'indomani cerca di indagare sugli strani avvenimenti notturni, ma il suo amico è scomparso, gli viene perentoriamente intimato di desistere da ulteriori ricerche.
Vorrebbe vendicarsi della moglie conducendo la propria vita su due binari paralleli, da una parte medico stimato e padre devoto, dall'altro seduttore senza scrupoli ed è affascinato da questa idea, ma ancora una volta i suoi desideri restano inappagati, sfumando nel nulla.
Marianne pur amandolo segretamente è in partenza con il fidanzato, Mizzi si trova in ospedale e la misteriosa donna che gli ha salvato la vita, la Baronessa D. giace morta in obitorio e del suo corpo caldo e sensuale non vi è più alcuna traccia, su quel freddo tavolo giace "il pallido cadavere della notte passata, destinato a un'irrevocabile decomposizione."
Di nuovo a casa si sfogherà in un pianto consolatorio confessando alla moglie le indicibili avventure della notte appena trascorsa, di cui resta il fantasma della maschera sul cuscino, trovata dalla stessa Albertine.
La maschera diventa simbolo di alienazione ed estraneità al mondo.
Le reciproche confessioni delle avventure vere e sognate porteranno al superamento della crisi di coppia, i desideri svelati all'altro e portati alla luce dai meandri bui dell'inconscio resi innocui e inoffensivi.
La realtà sfuma in un universo spettrale e irreale, il sogno acquista spaventosa concretezza.
Gli occhi spalancati sull'inconscio e sulle sue pulsioni profonde e oscure.
La vita, sogno ad occhi aperti sull'abisso che si agita in noi.
"Cosa dovremmo fare, Albertine?"
Lei sorrise e dopo una breve pausa rispose: "Essere grati al destino, credo, per essere usciti indenni da tutte le avventure, da quelle vere e da quelle sognate."
 

 

 



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