martedì 13 marzo 2018

Ti ho dato un bacio mentre dormivi

Ti ho dato un bacio mentre dormivi (Pacifico)
 
 Ci sono luoghi dove il tempo si ferma, dove gli anni si sovrappongono intrecciano confondono, luoghi che custodiscono oggetti polverosi e preziosi, fiumi di ricordi.
Luoghi che raccontano la nostra storia, dei momenti allegri e spensierati e di quelli dolorosi e difficili, che racchiudono tutto quello che eravamo, siamo e saremo. Un magazzino in disuso, una vecchia soffitta, un garage disordinato dove da anni si fanno compagnia libri, dischi, biciclette, vecchi giocattoli, album di foto, oggetti strampalati e variegati di cui non possiamo a fare a meno. Nel suo romanzo d'esordio il cantautore Pacifico ci parla di questi luoghi sospesi fuori dal tempo che racchiudono una parte di noi, forse la più importante.
Agostino Sella ha 29 anni, vive a Milano, in una serata di pioggia rimane vittima di una brutale aggressione, un pestaggio violento e inspiegabile che gli lascerà ferite nel corpo e un buco enorme nella memoria che diventa un sacco nero dove precipitano tutti i ricordi gettati via, mescolati alla rinfusa. Spaventato e confuso dopo l'incidente torna a vivere nel magazzino dietro la vecchia tipografia di famiglia, circondato da oggetti disparati e bigliettini scritti a mano proverà a recuperare la memoria e i ricordi perduti. Il ritmo narrativo è frammentato e rapido, corre via veloce, improvvisi lampi di luce, ricordi che riaffiorano dal buio e illuminano per un istante il presente. Questo libro non è soltanto un percorso nel tentativo di recuperare la memoria, ma è anche la storia di una famiglia. La storia di Anna che balla a piedi nudi, volata via troppo in fretta, quella di Andrea arrabbiato e incapace di gestire il suo dolore, che prova a ingannare il tempo e a rallentarne la folle corsa, quella di Agostino malinconico e mite con la sua rabbia che "non arriva nei pugni" e due nonni fortissimi, Elena sarcastica e ironica, Luigi un uomo abituato a combattere e a non arrendersi. Un magazzino che con i suoi strambi oggetti racconta al giovane protagonista antiche storie di vita felice, un ombrellone estivo, vecchie fotografie, un sorriso sfocato, la prima vacanza, i baci frettolosi nell'androne o quelli rubati nel sonno, le tenerezze nascoste dei grandi. Ben presto però il magazzino diventa anche un luogo di ritrovo per gli abitanti del condominio, personaggi strambi e segnati dalla vita, che fanno visita ad Agostino e nel tentativo di fargli recuperare la memoria finiscono per raccontare la loro stessa vita, trasformandolo in una sorta di confessore psicologo. E poco a poco la nebbia inizia a diradarsi, è tempo per Agostino di fare i conti con il suo passato e provare a rimettere insieme i pezzi di ciò che resta di quella cosa complicata, fragile e bellissima che è al tempo stesso culla, nido, riparo, allegria, solitudine, memoria, incomprensione, gioia e disperazione, quel groviglio complicato di amore e rabbia che si chiama famiglia.
 
"Piove.
Si allunga la pioggia, miliardi di morbide funi calate dal cielo.
Magari pioverà per giorni, scenderanno centimetri e centimetri d'acqua e ogni cantina, ogni seminterrato si allagherà. E tutto quello che è stato conservato, tutti gli oggetti marciranno, si gonfieranno e scorticheranno. O perderanno peso in acqua, e cominceranno a sfilare per le vie della città, una lunga caotica processione di quadri e lampadari a goccia, sdraio e retini da pesca, sci e racchette, casse di fumetti, rimanenze di piastrelle e secchi di vernice, ventilatori da tavolo e vecchie bambole nude e con le cuciture dei capelli a vista.
Non c'è bisogno di tenere. E nemmeno ci sarebbe bisogno di ricordare. Tutto ciò che hai avuto fin' ora lo mostrerai anche solo ridendo, o ponendo una domanda con cortesia.
Rimane tutto addosso.
In pochi istanti incancellabili sta tutta la tua vita.
Un riflesso da una finestra in un pomeriggio estivo.
Una lama in mano a tuo padre mentre taglia la frutta.
La magrezza tesa del tuo migliore amico, un attimo prima di vincere la paura e gettarsi da uno scoglio.
Tua madre di spalle, che fuma alla finestra.
Miniature, sintesi.
E la tua vita che ne lambisce migliaia di altre, un inarrestabile effetto domino che si avvia ogni giorno quando apri la porta.
Prima ancora, quando apri gli occhi, quando senti l'acqua che scende dal rubinetto del vicino.
Ma noi due, io e te. Soldatini in questa distesa di soldatini, in marcia a miliardi sul plastico, abbiamo questa cosa: la nostra missione.
Questa cosa che inizia milioni di anni prima di noi, più forte di un'amicizia, più dolorosa di un'amicizia. Una cosa che portiamo avanti, io e te.
Senza sapere bene come si fa."
Colonna sonora: le storie che non conosci, Samuele Bersani, Pacifico feat. Francesco Guccini.
 

https://www.youtube.com/watch?v=sPso_dSrcqY
 

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