Nemico, amico, amante...(Alice Munro)
"Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi...
Non domandare, a noi non è dato sapere... che cosa il destino abbia in serbo per me, che cosa per te..."
Ho iniziato a leggere questo libro perplessa e scettica, non mi piaceva, non riuscivo a oltrepassare la barriera delle parole, mi chiedevo "cosa avrà di particolare questa scrittura? E' tutto qui?" poi piano piano sono entrata nell' universo Munro e ne sono stata rapita.
Nove racconti che parlano di donne, microcosmi domestici, piccoli grandi drammi quotidiani fatti di malattia, tradimenti, insoddisfazione, consumati tra il salotto e la veranda, donne di ogni età, esistenze comuni, non tragiche eroine misteriose, donne che devono fare i conti con mariti e bambini, con un universo quotidiano che si restringe, diventa asfittico, casalinghe, lavoratrici, mogli, madri, donne che amano.
Storie raccontate con semplice e nitida chiarezza, sussurrate a bassa voce, storie di donne comuni, ironiche, infelici o insoddisfatte, donne coraggiose che non si arrendono, donne che siamo noi.
Una semplice e perfetta epifania del quotidiano, quando il destino e uno scherzo crudele si incrociano e ti cambiano la vita e per sbaglio ti innamori, quando bisogna fare i conti con una malattia che scombina i piani rimescolando le carte e mandando tutto all'aria, quando un istante di pura passione rimane per anni dentro di te, sopravvivendo al tempo e alla morte. Quando una eccentrica zia custodisce un doloroso segreto, quando vivi quell'unico istante dimentica di tutto, perché il futuro è incerto e fa paura e il passato è lontano ed appartiene ad un'altra, ma tu sei ancora qui adesso, quando i ricordi dell'infanzia bussano nel tuo presente, quando tutto quello che vuoi è lì con te e un prato e un diluvio possono bastare, quando hai 24 anni e sei ancora nuova ai patteggiamenti o ne hai 18 e tutto quello che vuoi è soltanto fuggire via, lontano.
E poi c'è quell'ultimo racconto che nel titolo ha il sapore di una innocua filastrocca per bambini, un racconto di una tenerezza disarmante, ma non di quelle mielose e un po' finte, tenerezza autentica. L'unico racconto dove la voce narrante è quella di lui, semplice, ironico ,malinconico, commovente. Lei non ricorda e lui prova a fare di tutto anche l'impensabile, perché la ama e non vuole che sia triste.
A fine lettura ti rendi conto che quello che ti respingeva all'inizio è diventato qualcos'altro, che le parole sono diventate vive emozioni, che ti mancheranno queste donne, il loro universo, questo modo di raccontare pacato e intimista, perché tutto questo fa parte di te.
E tu non stai soltanto leggendo una storia, ma sei dentro la storia, ne fai parte.
Quelle voci sono la tua voce e quella storia è anche la tua storia.
Chiudo il libro, spengo la luce e mi accorgo di avere gli occhi lucidi e uno strano nodo in gola.
"Lui si guardò intorno come per decidere da che parte andare. Di gente che passeggiava se ne vedeva in ogni direzione e su tutti i sentieri.
- Portami da un'altra parte, disse.
Lui la guardò dritta negli occhi. Disse: si.
Sul marciapiede, davanti a tutti. A baciarsi come matti".
"Portami", aveva detto così. "Portami da un'altra parte", e non "Andiamo da un'altra parte". Questo è importante per lei. Il rischio, il trasferimento di potere. Rischio assoluto e totale trasferimento di potere. 'Andiamo' avrebbe contenuto il rischio ma non l'abdicazione che per lei - ogni volta che riviveva quel momento - coincideva con l'inizio della fase erotica. E se lui avesse abdicato a sua volta? Un'altra parte dove? Non avrebbe funzionato nemmeno così. Lui deve dire esattamente quello che ha detto. Lui deve dire, si.
...
Comunque. Era un ponte tra una cosa e l'altra, o una conclusione, oppure un modo per comunicare qualcosa che non poteva essere formulato o pensato più compiutamente.
Comunque. Sarebbe la stessa identica cosa, se ci incontrassimo ancora. Oppure no. Un amore non utilizzabile, che sapeva stare al suo posto (qualcuno lo definirebbe non vero, perché non rischierebbe mai di farsi tirare il collo, nè di trasformarsi in una battuta volgare, nè di consumarsi penosamente). Un amore che non rischia niente, ma che si mantiene vivo come una goccia di miele, una risorsa sotterranea. Con il peso di questo nuovo silenzio venuto a sigillarlo.
...
"Sono contenta di vederti, disse, tirandogli i lobi delle orecchie.
Per quanto ne sapevo potevi essere semplicemente sparito, disse. Potevi essere montato in macchina senza un pensiero al mondo e avermi lasciata qui. Abbandonata.
Lui appoggiò la faccia ai capelli bianchi di lei, alla cute rosa, alla dolce curva del cranio.
Mai e poi mai, disse."
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