Gli autonauti della cosmostrada (J. Cortàzar, C. Dunlop)
"Dedichiamo questa spedizione e la sua cronaca
a tutti gli svitati del mondo..."
Il diario di un viaggio surreale a tratti comico, cronaca attenta e dettagliata dei trentatré giorni vissuti sull'autostrada Parigi- Marsiglia dallo scrittore e dalla moglie, l'orsetta e il lupo, a bordo del fedele pulmino drago rosso.
Un viaggio avventuroso davvero singolare, con regole ben precise, che si snoda parallelo all'autostrada veloce e caotica, un viaggio lento, fatto di soste, riposo, calma, pace, con un proprio tempo e respiro.
Gli autonauti stanchi e provati dai demoni dispettosi decidono di rallentare, seguendo uno strambo itinerario fuori dal tempo e dallo spazio, che assume un particolare valore per entrambi.
Tempo per riflettere, scrivere, amarsi, un tempo tutto per sè, sottratto alla frenesia del mondo che corre a folle velocità verso l'altrove.
Un viaggio dove conta il presente, l'esserci qui e ora, insieme.
Un dettagliato diario di bordo dove si alternano osservazioni scientifiche, riflessioni personali, impressioni, fotografie, comicità e lirismo, un viaggio atemporale, buffo e malinconico, l'ultimo viaggio insieme.
"Luce, e l'oscura passione che ci spingerà fino alla fine, sempre fino alla fine e più in là. Lì dove ti stringo come se la nostra pelle dovesse dissolversi al contatto con l'altra, fare di noi un unico essere invisibile.
La tua voce è chiara, ma quando cala quel velo di tristezza, quando appena iniziato il viaggio dubiti di nuovo della sua fine, come tacere, come parlare? A suo tempo quella tristezza, amor mio, a suo tempo ancora lontano e doppio. Per quanto grande sia l'oscurità, non c'è buio che mi faccia retrocedere.
Tu, e ancora tu."
La tua voce è chiara, ma quando cala quel velo di tristezza, quando appena iniziato il viaggio dubiti di nuovo della sua fine, come tacere, come parlare? A suo tempo quella tristezza, amor mio, a suo tempo ancora lontano e doppio. Per quanto grande sia l'oscurità, non c'è buio che mi faccia retrocedere.
Tu, e ancora tu."
"Oh, Julio, quanto è durato poco il viaggio..."
"Era un gioco per un'orsetta e un lupo e lo fu per trentatré meravigliosi giorni."
"Devo a lei, così come le devo il meglio dei miei ultimi anni, di terminare da solo questo racconto. So bene, Orsetta, che avresti fatto lo stesso se fosse toccato a me precederti nella partenza, e che la tua mano scrive, insieme alla mia, queste ultime parole in cui il dolore non è, non sarà mai più forte della vita che mi hai insegnato a vivere come forse siamo riusciti a dimostrare in quest'avventura che si conclude qui ma continua, continua nel nostro drago, continua per sempre nella nostra autostrada."
"Era un gioco per un'orsetta e un lupo e lo fu per trentatré meravigliosi giorni."
"Devo a lei, così come le devo il meglio dei miei ultimi anni, di terminare da solo questo racconto. So bene, Orsetta, che avresti fatto lo stesso se fosse toccato a me precederti nella partenza, e che la tua mano scrive, insieme alla mia, queste ultime parole in cui il dolore non è, non sarà mai più forte della vita che mi hai insegnato a vivere come forse siamo riusciti a dimostrare in quest'avventura che si conclude qui ma continua, continua nel nostro drago, continua per sempre nella nostra autostrada."
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