Semplici innocue pericolose poesie, le getto come messaggi in bottiglia in questo mare virtuale e tempestoso, perché penso che una poesia può svelare in un istante tutta la bellezza di questo brutto mondo, perché le leggo ad alta voce, che siano scritte su un libro o sopra una pagina web, perché sono esattamente tutto quello che non riuscirò mai a dire e che ho aggrovigliato dentro, sepolto da qualche parte, perché quando mi sento triste e sola riescono a darmi sollievo, così dirette, vere, maledettamente belle... Perché sono stanca di deserti aridi.
Deserti aridi che si chiamano timore, razionalità, alibi, maschere, infelicità, sensi di colpa, rimpianti, volti che non sorridono, occhi che non ti guardano davvero, attese impossibili di chi non c'è semplicemente perché non vuole esserci, miliardi di scuse, deserti che scambiano un'emozione autentica per debolezza o peggio ancora stupidità.
Lancio il mio messaggio in bottiglia e aspetto un'onda diversa, un po' pazza, di quelle che travolgono e sconvolgono, un'onda coraggiosa e senza paura, imperfetta e stramba pure lei, perché il tempo è un treno ad altissima velocità che corre via veloce e noi siamo istanti fugaci, preziosi e meritiamo di fiorire danzando liberi tra le onde. Si, ma adesso.
Ecco alcune poesie notturne e insonni, bigliettini stropicciati, infilati in bottiglia, in questo mare periglioso, l'ultimo pensiero mentre avanza la notte.
Nei tuoi pensieri tutto il giorno, tu nei miei.
Gli uccelli cantano al riparo di un albero.
Sopra la preghiera della pioggia, un blu sterminato,
non il paradiso, che non va da nessuna parte, senza fine.
Perché mai le nostre vite si allontanano
da noi stesse, mentre rimaniamo intrappolate nel tempo,
in fila verso la morte? Sembra che nulla possa mutare
lo schema dei nostri giorni, alterare la rima
data da lutto in assonanza con diletto.
Poi sopraggiunge l’amore come un volo lesto di uccelli
dalla terra al paradiso dopo la pioggia. Un tuo bacio,
rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole.
Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì.
Desiderio e passione nell’aria che pensa.
(Carol Ann Duffy)
Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo
in questo giardino, a respirare il colore che è il pensiero
prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome
è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza
posa, non mi rimarrà accanto. Stanotte
ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti piú nitidi
delle parole che ti faccio dire e che hai già detto.
Ovunque tu sia ora, nella mia testa mi fissi
con uno sguardo, standotene qui mentre la luce fresca della sera
si dissolve nella terra. Sbaglio la tua bocca
ma sorride lo stesso. Ti stringo a me piú vicino, cosí lontano,
a inventare l’amore finché il canto di uccelli notturni
interrompe e muta quel che doveva succedere, di sicuro,
in ricordo. Le stelle ci stanno filmando senza scopo.
Ti voglio e non sei qui. Mi soffermo
in questo giardino, a respirare il colore che è il pensiero
prima di diventare linguaggio nell’aria ferma. Pure il tuo nome
è un pallido spettro e, per quanto lo esali senza
posa, non mi rimarrà accanto. Stanotte
ti invento, ti immagino, i tuoi movimenti piú nitidi
delle parole che ti faccio dire e che hai già detto.
Ovunque tu sia ora, nella mia testa mi fissi
con uno sguardo, standotene qui mentre la luce fresca della sera
si dissolve nella terra. Sbaglio la tua bocca
ma sorride lo stesso. Ti stringo a me piú vicino, cosí lontano,
a inventare l’amore finché il canto di uccelli notturni
interrompe e muta quel che doveva succedere, di sicuro,
in ricordo. Le stelle ci stanno filmando senza scopo.
( Carol Ann Duffy)