domenica 22 dicembre 2024

Buongiorno, mezzanotte

 In principio fu Emily Dickinson.


Buongiorno, mezzanotte



Buongiorno – Mezzanotte –

Torno a Casa –

Il Giorno – si è stancato di Me –

Come potrei Io – di Lui?


Si stava bene nella luce del Sole –

Mi piaceva restarci –

Ma il Mattino – non mi voleva –

Allora – Buonanotte – Giorno!


Posso almeno guardare – sì guardare –

Quando l’Oriente si fa Rosso?

Quando le Colline – hanno un che – nei tratti –

Che ti porta via il Cuore – lontano –


Tu – Mezzanotte –non sei così bella –

Avevo scelto – il Giorno –

Eppure ti prego- accogli la Ragazzina –

che il Giorno non ha voluto!


E poi Jean Rhys scrisse Buongiorno, mezzanotte.

 Un ossimoro dolce e feroce. 

Un grido lacerante, diario intimo, monologo interiore, flusso di pensieri imbizzarriti, appunti di viaggio di una donna non più giovane persa nella notte, che cerca di annegare il dolore, la solitudine, il vuoto spaventoso nell'alcol, nelle ombre dei caffè, negli incontri desolati e stanchi, negli amori polverosi, effimeri.

Un rossetto sbavato, una pelliccia logora, esistenze allo sbando, povere anime perdute, immensamente fragili, alla deriva.

 Alienate e sole. Allucinate e inquiete.

Come la Parigi degli anni trenta, i suoi cafè indolenti, le camere d'albergo sonnolente, quegli amori fugaci, tormentati, una donna che esplora la sua personalissima notte, tra stanchezza, depressione, malinconia e disincanto.

Un romanzo intenso e struggente.

Una ruga sulla fronte, una cicatrice, un urlo muto.


***


"Per favore, vi prego, monsieur e madame, signore, signora e signorina, ce la sto mettendo tutta per essere come voi. 

Non ci riesco e lo so. Ma ce la metto tutta. Tre ore per scegliere un cappello; a ogni risveglio, un'ora e mezzo per cercare di avere l'aspetto che hanno tutti gli altri. Ogni parola che dico ha una catena alla caviglia, ogni pensiero è gravato da grossi pesi. Da quando sono nata, ogni parola pronunciata, ogni moto, ogni pensiero pensato, tutto quello che ho fatto non è forse stato legato, gravato, forzato a terra con catene? E badate, so bene che il mio travestimento nonostante tutto non funziona. Oppure funziona, a sprazzi maledettamente bene. Troppo bene...

 Ma non m'importa. Pensate a me con un briciolo di pietà. Voglio dire, se ci riuscite, razza di scimmie, cosa di cui dubito."


"In quel momento mi si accostano due uomini e si mettono al mio fianco, uno per parte. Uno mi chiede: «Porquoi êtes-vous si triste?»

Sì, sono triste, triste come una leonessa da circo, come un’aquila senz’ali, come un violino con una corda sola e per di più rotta, come una donna che invecchia. Triste, triste, triste… Forse se ti dicessi solo «merde» basterebbe."